Sindaci agordini sbalorditi: «È una bastonata, scaricano su di noi problemi enormi»
AGORDINO. «Quella di Zaia è una bastonata, così scarica sui sindaci che hanno le spalle meno coperte della Regione sia economicamente che giuridicamente, una problematica grossa che doveva essere gestita alla stregua di quelle che riguardano gli alvei, gli argini e le strade». . Lo dice il sindaco di Cencenighe, Mauro Soppelsa, commentando l’atto di imperio del presidente della Regione, Luca Zaia, che con l’ordinanza di ieri ha nominato tutti i sindaci agordini (esclusi quelli di Rocca Pietore e Livinallongo che saranno tutelati dal commissario e San Tomaso e Selva di Cadore già nominati nei giorni scorsi) soggetti attuatori per il recupero e la pulizia degli oltre 600 mila metri cubi di legname buttato a terra dall’alluvione del 29 ottobre scorso.
«Fin dall’inizio – dice Soppelsa - ho sempre chiesto che ci fosse condivisione e unità dei sindaci sui boschi e che ci fosse una decisione compatta affinché l’intervento fosse regionale, perché è un intervento complesso e noi abbiamo un sacco di cose a cui pensare. Si è fatto così con i torrenti e con le strade, perché no anche con il bosco? Quella di ieri è una bastonata».
La decisione di Zaia ha lasciato tutti i sindaci di stucco e ha rivelato loro il grado di permalosità del potere.
«Il soggetto attuatore c’è già, perché devo farlo io? - si chiedeva il sindaco di Taibon, Silvia Tormen appena pochi minuti prima di ricevere l’ordinanza – decidessi di farlo sarei una pazza, sarei un pessimo amministratore perché non ho i mezzi per farlo». L’ordinanza non le ha lasciato spazi di manovra: anche il suo comune è stato inserito dal governatore fra i cattivi, quelli finiti dietro la lavagna che ora “devono dimostrare il loro valore”.
Dal giudizio si sono salvati Rocca Pietore e Livinallongo perché «avevano espressamente richiesto, vista la specificità delle conseguenze dei fenomeni di maltempo sul loro territorio, di non ricevere l’incarico di soggetto attuatore, affidandosi alla struttura del commissario per qualsiasi intervento».
«Ho scritto a Zaia due settimane fa – conferma Leandro Grones, sindaco di Livinallongo – la nostra realtà è estremamente complessa: ci sono tante strade interessate da schianti, siamo sopra i 25-30 gradi di pendenza, servono il soccorso alpino e gli elicotteri e soprattutto serve il coordinamento di tutti gli enti».
«Se io avessi gli alberi per terra come in Val Visdende o ad Asiago – continua Grones - sarei già intervenuto. Ma qui è tutta un’altra roba». Secondo il presidente dell’Unione montana, Fabio Luchetta, anche gli altri comuni avevano detto al sub-commissario Stella di non essere disposti a fare da soggetti attuatori.
«All’inizio Stella è venuto e ha detto che facevano tutto loro – ricorda Luchetta – dopo la riunione di dicembre i sindaci avevano delegato Stella soggetto attuatore e anche al telefono a Stella ho confermato che questa era la nostra volontà».
«Comunque – conclude Luchetta – prendiamo atto e andiamo avanti. Resto solo amareggiato delle affermazioni di Zaia che fanno intendere che alcuni sindaci non sarebbero pronti a lavorare per il territorio. Non è ovviamente così e lo abbiamo sempre dimostrato. Spero siano parole dettate dallo stress del governatore».
Resta però aperta la partita economica. «Se devo fare il soggetto attuatore lo farò, ma al momento quella di Zaia è un’ordinanza al buio – dice Bruno Zanvit, uno dei più moderati fra i sindaci agordini, restio alle polemiche - a fine anno mi sono trovato 800 mila euro di fatture da pagare dei progetti dei Fondi di confine – e non avevo in cassa un soldo. Non vorrei trovarmi fra poco nella stessa situazione dopo aver incaricato ditte private di provvedere alla pulizia del bosco».
Quanti soldi verranno stanziati? C’è chi parla di 90 milioni di euro. Se così fosse, difficile che bastino stando a quanto spiegato dai sindaci nella riunione di martedì dalla quale sono partite le critiche alla Regione. In quella sede dai sindaci erano arrivati dei piccoli ma significativi esempi: la sistemazione di una sola strada per poter accedere a un bosco nella zona di Gardes (Agordo-Taibon) costerebbe 500 mila euro; per la rimozione di tre ceppaie lungo una strada il preventivo parla di tremila euro.
L’ordinanza di Zaia dice che «nelle more dell’eventuale finanziamento che si rendesse necessario, i sindaci possono svolgere le attività anche facendovi fronte con proprie risorse di bilancio».
«I sindaci in questi anni – ricorda però il presidente dell’Unione montana, Fabio Luchetta - hanno dovuto combattere con i propri bilanci. Senza coperture è difficile che ora si permettano di fare debiti fuori bilancio se non per interventi a tutela dell’incolumità pubblica. Poi, però, temo che porterebbero le chiavi al Prefetto». —
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