Sindaci e superstiti in coro: «La tragedia del Vajont non fu causata dall'incuria»
Il senato promuove la Giornata dei disatri per il 9 ottobre ma c'è un termine che fa arrabbiare le popolazioni colpite
Una veduta della diga del Vajont tristemente nota per la tragedia del 9 ottobre 1963
LONGARONE. E' passato al Senato e molto probabilmente il testo non cambierà più. Con grande sconsolatezza dei Comuni di Erto e Casso, Longarone, Castellavazzo e Vajont, il Senato ha appena approvato la disposizione che chiamerà il 9 ottobre "Giornata dei disastri compiuti dall'incuria dell'Uomo". Saputo della decisione presa a Roma, il primo cittadino di Erto e Casso, Pezzin, ha telefonato alla senatrice friulana del Pd, Tamara Blazina. La quale non ha nascosto una certa difficoltà nel promettere nuove modifiche. In altri termini, i superstiti del Vajont devono mandare giù il boccone amaro di «quella parola "incuria" che vuol dire tutto e non vuol dire niente». «Il 9 ottobre 1963 la vita delle nostre comunità è stata rovinata per sempre ma non certo per incuria», ha commentato un amareggiato Pezzin, che sperava di chiudere il proprio mandato di primo cittadino con una norma più apprezzabile. «La sciagura del Vajont», prosegue Pezzin, «era prevista da anni. Tutti sapevano che la montagna stava collassando. C'erano studi e si stava cercando di tamponare la situazione senza pensare preventivamente alle vite umane. Il Vajont è stato deliberato e non si tratta di un evento dovuto al caso, alla disattenzione o a una negligente svista. E questo chi di dovere non dovrebbe mai dimenticarlo». E' molto probabile che, prima dell'approvazione definitiva della legge, la voce dei superstiti si faccia sentire a Roma, ma anche nei consigli regionali del Veneto e del Friuli Venezia Giulia. «Io sarò sempre a loro fianco a protestare», ha garantito l'amministratore di Erto e Casso. Amareggiato anche il presidente dell'Associazione superstiti del Vajont: «Siamo soddisfatti che il 9 ottobre sarà la giornata pensata per ricordare i disastri causati dall'uomo, ma la parola incuria non va affatto bene», sottolinea Renato Migotti. «Non può passare una legge che mette insieme i disastri colposi dovuti all'incuria, a quelli che sono stati causati in prima persona dall'uomo, come il Vajont e Stava». «Abbiamo fatto delle riunioni con i quattro sindaci interessati», prosegue il presidente dell'associazione longaronese, «per discutere questo testo, ci siamo mossi per far sì che questo termine fosse cancellato, ma la nostra azione si è rivelata inutile. Perché ci siamo mossi? Perché non vorremmo che le generazioni future fossero fuorviate dalla parola incuria e non capissero i reali motivi che hanno portato al disastro del Vajont». Interviene anche il sindaco Roberto Padrin: «La parola incuria non può identificare il disastro del Vajont, che non è stato causato dall'incuria e dalla negligenza, ma voluto dall'uomo. Mi rendo perfettamente conto che questa è la giornata che accomunerà altri disastri: noi avevamo soltanto chiesto di poter essere sentiti, di poter esprimere le nostre motivazioni contro la parola incuria. Resta, comunque, il dato significativo rappresentato dalla giornata della memoria fissata per il 9 ottobre, un risultato importante per la comunità superstite».
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