Sindaci in allarme: «È solo il primo passo»
PIEVE DI CADORE. «Sono sorpreso solo in parte della chiusura del punto nascite dell’ospedale di Pieve di Cadore». Ad affermarlo è il sindaco di Domegge, Lino Paolo Fedon, che spiega: «Purtroppo questo è solo un passo verso un obiettivo che la politica e l’economia cerca di raggiungere da alcuni anni: trasformare il Cadore, territorio ricco e con grande imprenditorialità, in una grande periferia, dove non ci sono più servizi e dove si vivrà sempre peggio. Il Cadore solo 20 anni fa aveva i servizi sanitari, scolastici e turistici tra i migliori della Provincia. Oggi buona parte di questi servizi sono scesi a valle, verso Belluno e anzi, da quello che si può vedere, tra non molti anni anche il capoluogo di provincia diventerà una periferia. I segnali ci sono tutti: la fusioni dei servizi, dei sindacati e della Camera di commercio con Treviso è il primo passo. Perciò che da oggi il punto nascite di Pieve sia chiuso e che in Cadore non si possa nemmeno più nascere dà il segno a che punto è arrivato il degrado di questo territorio. Con questo non dico di accettare la decisione della Usl e anzi sono convinto che sia necessario chiedere la sua riattivazione, anche forti del fatto che il governatore Zaia ha promesso davanti a centinaia di persone che, finché sarebbe rimasto lui a capo della giunta regionale, il punto nascite cadorino non sarebbe mai stato chiuso».
Per il sindaco di Vigo Mauro Da Deppo, il punto nascite di Pieve merita una difesa corale: «Una presa di posizione su questo argomento, per avere valore, deve essere espressione di una collegialità, come espressione di un consiglio comunale. Perciò mi riservo di fare delle dichiarazioni solo dopo aver discusso a fondo il problema, anche perché oggi, dopo la chiusura del punto nascite di San Candido, le persone hanno le idee un po’ confuse».
Le ha ben chiare, invece, Mario Tremonti, sindaco di Lorenzago: «Mi auguro solo che quanto promesso dalla direzione della Usl, secondo la quale il problema potrebbe essere risolto subito dopo l’effettuazione del concorso del 2 -3 novembre, corrisponda a verità e possa concretizzarsi. In questo momento, anche se ritengo siano da evitare polemiche contrapposte, il sindaco di Pieve ha tutto il mio appoggio e spero che la sua azione si concretizzi portando alla riapertura del punto nascite di Pieve e la ringrazio per quello che sta facendo anche per Lorenzago».
«La salute è un diritto, non un privilegio riservato a chi vive in pianura», tuona intanto da Auronzo la consigliere di minoranza Tatiana Pais Becher.
«Qui ci vogliono costringere con ogni mezzo a emigrare verso le città e la pianura svuotando la montagna dei servizi essenziali per condurre una vita dignitosa. Non credo alle parole di coloro che si fanno paladini dei diritti della gente di montagna solo in occasione di qualche spot elettorale, non credo alle rassicurazioni del presidente Zaia e di coloro che in montagna ci vengono solo per trascorrere le vacanze senza conoscerne realmente i problemi».
«Ho il privilegio di avere tre figli», dice Pais Becher, «tutti nati nel reparto ostetricia di Pieve, dove ho sempre trovato competenza, gentilezza e grande umanità». (v.d.)
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