Sindaci sul piede di guerra contro i tagli
BELLUNO. Sono pronti a dare battaglia alla legge di stabilità. Ieri i sindaci del Bellunese hanno fatto il punto della situazione in vista di una guerra che si preannuncia dura: la legge di stabilità firmata da Matteo Renzi prevede infatti nuovi tagli per gli enti locali e a farne le spese, se non verranno adottati criteri protettivi nei confronti dei Comuni virtuosi, saranno proprio i municipi costretti a tagliare ulteriormente servizi ormai essenziali.
Jacopo Massaro, sindaco di Belluno, ieri pomeriggio ha incontrato gli amministratori del Bellunese per riportare quanto emerso durante l’ultimo incontro Anci con focus proprio sulla legge di stabilità. «È emersa una fortissima preoccupazione da parte dei sindaci» spiega Massaro, «solo in questi giorni gli amministratori hanno avuto la percezione dell’entità dei tagli».
I sindaci hanno deciso di fare squadra. Un percorso intrapreso già nei giorni scorsi da Massaro che, insieme a Giovanni Manildo, sindaco di Treviso, e Achille Variati, primo cittadino di Vicenza, vuole mettere a punto una serie di azioni coordinate. E lo stesso avverrà per i sindaci del Bellunese. «Ci terremo in contatto e faremo nuove assemblee per fare il punto della situazione» continua Massaro, «ma soprattutto vogliamo fare massa critica: stiamo pensando di organizzare un evento che veda la partecipazione di tutti i 67 sindaci della provincia per spiegare in che situazione lavoriamo. I cittadini devono sapere che incidenza hanno i Comuni nel dissesto italiano, che ruolo sulle spese dello Stato e quanti servizi diamo».
Se Massaro sceglie la via diplomatica, c’è chi è pronto ad azioni eclatanti. «Io aderirò alla protesta con gli altri sindaci» spiega Mario De Bon, primo cittadino di Sospirolo, «ma sarei per un’azione forte, anzi durissima. Io proporrei a tutti i cittadini di versare le tasse come l’Imu in un conto corrente parallelo legato ai sindaci, invece che tramite F24. E fino a che lo Stato non ci ascolterà, non verseremo i soldi. È vero che ho giurato sulla bandiera italiana ma per me questo significa difendere la gente. E i tagli lineari penalizzano solo i comuni virtuosi perché chi aveva bilanci gonfiati può tagliare più facilmente».
Anche il sindaco di Cesiomaggiore Michele Balen non nasconde il suo desiderio di adottare misure più forti. «Non se ne esce se non si dà un segnale chiaro» spiega, «bisogna unirsi a chi vuole l’autonomia. I cittadini non hanno chiaro cosa vuol dire taglio della spesa pubblica, se continua così io sarò costretto a chiudere le strade perché restano rotte, il sociale è l’ultima cosa che voglio tagliare».
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