Sindaci: «Uffici troppo piccoli per progetti così grandi»
BELLUNO. Su 130 milioni di euro di contributi stanziati dal Fondo comuni confinanti dal 2010 al dicembre 2016 per il Bellunese, soltanto poco più di 20 milioni sono stati liquidati. Questo significa che la macchina dei fondi ex Odi ad un certo punto si è inceppata. A spiegare il motivo sono proprio i sindaci che si sono trovati all’improvviso con tanti soldi e con un apparato amministrativo che non era in grado di gestire queste risorse e i relativi progetti.
«I Comuni di confine si sono trovati con grandi opportunità di finanziamento di opere a carattere strategico, opere che dovrebbero dare una svolta al territorio. Non sono le solite opere pubbliche che fanno gli enti locali», spiega la sindaco di Lamon, Vania Malacarne che fa capire come la sfida sia ardua. E il problema maggiore il suo comune l’ha avuto nella realizzazione della nuova scuola e palestra di Lamon. Un progetto di 7.2 milioni di euro complessivi (al suo interno c’erano anche altre opere di minore costo). «Questi progetti», prosegue Malacarne, «vanno al di là delle possibilità tecniche di piccoli comuni come i nostri. Fare una scuola, infatti, non è una cosa banale: abbiamo voluto ispirarci a quelle del nord Europa, abbiamo studiato i nuovi criteri per gli spazi educativi, per la formazione degli adulti, e tutta una serie di altre cose. Eravamo da soli affrontare questo impegno, abbiamo chiesto aiuto alla Provincia di Trento che ha messo a disposizione con una convenzione le sue professionalità». Dopo sei anni sono partiti i lavori: la scuola è stata abbattuta e presto uscirà il bando per la progettazione. «Qui non si tratta solo di lavorare e di dare dei servizi, ma di attivare tutte le leve perché si giunga al risultato», dice la prima cittadina.
In difficoltà si è trovato anche il sindaco di Voltago, Bruno Zanvit per realizzare l’ostello col bando da 8 milioni di euro. «Noi abbiamo un geometra a part time, un solo ufficio tecnico, e non è facile fare queste progettazioni. Poi ci sono stati i ricorsi dei comuni esclusi dai bandi, i ricorsi contro i vincitori dei bandi di gara per la realizzazione dell’immobile: insomma tra un paio di anni l’opera sarà ultimata, ma ci sono voluti complessivamente 10 anni».
«Il Fondo, partito nel 2010», spiega il presidente Roger De Menech, «è rimasto fermo 3 anni per i vincoli messi e per la difficoltà degli enti locali a gestire le somme e i progetti. Ma quando sono arrivato, viste le criticità, abbiamo deciso di cambiare regole. E così abbiamo istituto due canali di erogazione: uno che comprende i 500 mila euro al singolo ente e il secondo che permette di fare progetti di area vasta mettendo insieme le professionalità». (p.d.a.)
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