Sinistra Piave, corse scolastiche per Agordo, «Situazione insostenibile»
SINISTRA PIAVE. Alcune zone dei Comuni di Borgo Valbelluna e Limana sono malservite dagli autobus scolastici. Ad evidenziare il problema una ventina di famiglie, i cui ragazzi frequentano o frequenteranno l’istituto Follador – De Rossi di Agordo. I mezzi messi a disposizione da Dolomitibus non sarebbero infatti sufficienti a garantire un servizio adeguato rispetto alla reale necessità dei giovani, costretti a fare ritorno a casa nel tardo pomeriggio. E quindi a fare i conti con tutto ciò che ne consegue, con pochissime ore per studiare e per tutto il resto.
«Per tutte le famiglie coinvolte», spiega Katia Tormen, una mamma del gruppo, «e anche per i ragazzi la situazione dei trasporti implica una dispendio di tempo, energie e denaro non indifferenti. I giovani devono fare levatacce alle 5 del mattino, che potrebbero anche passare in secondo piano qualora il rientro a casa avvenisse in orari decenti. E invece, se la scelta ricade sulla tratta Lentiai – Belluno – Agordo, il ritorno non prevede una coincidenza con il bus di uscita da scuola a Belluno se non dopo quaranta minuti, il che costringe i ragazzi ad un ritorno a casa ben dopo le 15».
Tormen spiega inoltre che da tempo, in alternativa, i genitori si sobbarcano il viaggio per andare a prelevare i figli al Mas di Sedico, in quanto l’abbonamento per la citata tratta non permette di cambiare e prendere il bus che porterebbe a Bribano.
«Una soluzione che costringe ugualmente al movimento in auto, che nel periodo che viviamo risulta particolarmente onerosa per le famiglie», aggiunge la donna.
I genitori si sono già rivolti alla Dolomitibus, senza tuttavia ricevere risposte.
«L’istituto, che è da tempo a conoscenza del problema, ha cercato di porvi rimedio trovando i fondi necessari, ma Dolomitibus continua a fare finta di nulla e a trovare scuse, adducendo come pretesto il covid e la mancanza di autisti», sottolinea. A tutto ciò si aggiunge pure la soppressione, avvenuta a metà dello scorso anno, della corsa delle 6. 34 Trichiana – Sedico, che avrebbe facilitato gli alunni delle zone alte dei Comuni coinvolti.
«Non sappiamo più a chi rivolgerci per chiedere un aiuto», conclude Tormen, «e per questo ci siamo rivolti al presidente della Provincia, Roberto Padrin; il quale, a sua volta, attende risposte da Dolomitibus. Noi genitori riteniamo questa situazione insostenibile, soprattutto perché ricade sulla pelle dei ragazzi, costretti a rinunciare allo sport e allo svago. E poi si parla di servizi alla montagna, di zone disagiate, di sostegno alle famiglie: tante belle parole, che di fatto rimangono solamente tali. Vogliamo una risposta da Dolomitibus per ovviare a questa situazione di disagio che i giovani stanno vivendo».Dante Damin
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