Sinteco, nuovi spazi per 7.000 mq a Longarone. «E creeremo altri posti di lavoro»
I vertici dell’azienda scommettono sulla “bellunesità”: «C’è da risolvere però il nodo della formazione»
LONGARONE. La Sinteco si espande con un nuovo stabilimento che segna una crescita che continuerà anche in futuro portando nuove opportunità lavorative in zona industriale.
La ditta longaronese, che si occupa di robotica e automazione e fa parte del gruppo internazionale Bucci, ha infatti implementato nuovi spazi per 7000 metri quadrati per inserire macchinari per far fronte alla costanti esigenze produttive nel settore medicale, che è stato il traino durante il periodo Covid, automotive, cosmesi e altro ancora.
Dopo oltre due anni di iter burocratico, grazie anche al supporto del Comune, si è arrivati alla fine dei cantieri e oggi gran parte del nuovo fabbricato è già stato occupato.
«Questo è una grande traguardo», dice il general manager di Sinteco, Stefano Giacomelli, «che soddisfa le necessità di espansione nostre e dei nostri clienti. Avemmo bisogno di più spazio per mettere macchinari molto grandi. È stata una scommessa partita diversi anni fa e che si è scontrata anche con lo scoppio della pandemia. Ci siamo detti se questi spazi non fossero troppo grandi perché si tratta di un aumento del 65% del volume produttivo. Ebbene ora, dopo pochi mesi dalla fine dei cantieri, abbiamo già occupato tutto lo spazio disponibile. Come sempre siamo stati lungimiranti e abbiamo colto in tempo i segnali del mercato confermando la scelta vincente di puntare sul settore medicale e ospedaliero».
La Sinteco è stata fondata nel 1984 ma la vera svolta è arrivata con l’acquisizione del gruppo Bucci nel 2003. Il legame con il territorio è ribadito appunto dai vertici del gruppo Bucci.
«La scelta vincente è diversificare il prodotto», spiega il presidente Massimo Bucci, «ed estendersi all’estero con clienti di grosse dimensioni. La collaborazione con il nostro gruppo ha portato Longarone ad una nuova dimensione. L’attività ha avuto un respiro intenzionale: partiti 20 anni fa con un volume di affari di 12 milioni e 90 dipendenti, oggi siamo con 210 persone a Longarone e un fatturato auspicato 2022 di 55 milioni di euro».
«Ora la Sinteco lavora in 40 paesi al mondo», afferma l’amministratore delegato di Bucci, Tommaso Tarozzi, «non solo in Europa ma anche in Stati Uniti, Brasile, Turchia e Messico. I macchinari che facciamo generano prodotti di vario tipo: dai sensori, ai filtri per le dialisi, ai deodoranti per auto, alle capsule per il caffè, ad apparecchi di precisione e fino ai medicinali mono porzione usati nei grandi ospedali francesi. Le cose in comune sono l’elevata professionalità e la forza delle radici di questo distretto produttivo bellunese. Ha senso investire, come abbiamo fatto noi, nelle terre dove sono nate le competenze industriali e tutto il territorio deve crederci».
Il futuro è comunque roseo. «Abbiamo tanto lavoro», conclude Giacomelli, « e non riusciamo a stare dietro a tutte le richieste. Ci piacerebbe avere una maggiore quota femminile e soprattutto risolvere la criticità della formazione; questo nonostante gli sforzi con la nostra academy che sta dando ottimi frutti e con l’its della meccatronica. La quota dei giovani tra le nostre maestranze è significativa e molti sono della provincia. Infatti crediamo molto nella “bellunesità” e per questo nei prossimi anni ci espanderemo ancora qui creando nuovi posti di lavoro».
Plauso anche dal sindaco Roberto Padrin soddisfatto per il grande fermento in zona industriale che non si ferma qui.
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