Sirti, stato di agitazione e sciopero
LENTIAI. Stato di agitazione alla Sirti, con blocco delle reperibilità, lavori programmati e tempi di viaggio. E le due ore di sciopero, proclamate dal coordinamento delle rsu del Triveneto per martedì dalle 8 alle 10, si terranno anche a Lentiai, dove per la Sirti lavorano una quindicina di persone. «Si tratta della società a cui si appoggia Telecom per le riparazioni», ricorda Luca Zuccolotto, segretario provinciale Fiom Cgil. «La Sirti è una struttura operativa a presidio del territorio (numerosi le sedi in tutta Italia, in Veneto 300 i dipendenti, ndr), in grado di rispondere alle richieste dei clienti con tempi di intervento molto rapidi. E i lavoratori di Lentiai, come quelli degli altri cantieri, sono sempre disponibili alla reperibilità a qualsiasi ora, pronti a partire all’arrivo di una chiamata, fine settimana compresi, con orari di lavoro impegnativi. E consideriamo che fare 50 km in provincia di Belluno non è la stessa cosa che farli in pianura».
Il problema è che, a questa disponibilità al sacrificio da parte dei lavoratori, non sta corrispondendo la giusta attenzione da parte dell’azienda. Il coordinamento delle rsu Sirti del Triveneto si è riunito giovedì per affrontare la situazione alla luce delle ultime vicende aziendali: in atto, infatti, un processo interno di ripatrimonializzazione della Sirti.
«Si sta procedendo, a quanto pare, anche a una ristrutturazione dell’azienda stessa», precisa Zuccolotto. «La preoccupazione è che si stia andando verso una suddivisione in “divisioni” (per tipologia di lavoro), e non più in strutture interregionali, rendendo sempre più probabile l'ipotesi “spezzatino"».
Un’ipotesi che sarebbe confermata dalle recenti dichiarazioni da parte di Telecom sul rientro di diversi appalti, a favore di realtà in cui il costo del lavoro è molto inferiore, che potrebbe determinare una ricaduta sui livelli occupazionali della Sirti.
«Martedì sarò a Lentiai per tenere un’assemblea dalle 7.30 alle 8.30. Poi i lavoratori incroceranno le braccia», dice ancora Zuccolotto. «Il coordinamento esprime la necessità di riprendere un tavolo negoziale. Bisogna anche capire quale sia il piano industriale e in che direzione stia andando Sirti. C’è poi il problema dei premi, che risale ormai ad alcuni anni fa. Lo stato di agitazione continuerà fintanto che non si aprirà una contrattazione».
Martina Reolon
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