Slackline “abusiva” scoperta per caso a punta Fiames a Cortina

Alex Barattin (Soccorso alpino): «Non è la prima non segnalata, sono situazioni che possono  mettere a serio rischio il volo dell’elisoccorso» 

CORTINA

Sulle Dolomiti bellunesi è scattato un nuovo allarme slackline. Un problema annoso, quello dei cavi sospesi nel vuoto sui quali si cimentano professionisti dallo spirito circense in cerca di emozioni forti; cavi che però molto spesso, più di quanto si possa immaginare, si trasformano in trappole pericolosissime per il servizio di elisoccorso.

L’ultima segnalazione in ordine di tempo risale al weekend appena trascorso: arriva da punta Fiames, sul gruppo del Cristallo, a Cortina, dove è spuntata una slackline, rigorosamente non segnalata, notata casualmente sabato da alcuni escursionisti e la cui presenza è stata successivamente confermata, nella giornata di domenica, da un elicottero di Eli Friulia in transito nella zona.

L’equipaggio dell’elicottero ha prontamente provveduto a segnalare la presenza del cavo teso nel vuoto, a 2400 metri d’altezza, alle autorità competenti, soccorso alpino prima e poi Suem e Cai.

«Non è la prima volta che succede una cosa del genere», sottolinea Alex Barattin, capo della delegazione Dolomiti bellunesi del Cnsas, «anche stavolta, fortunatamente, non sono stati registrati incidenti ma si tratta di una situazione di potenziale pericolo che mette a forte rischio le operazioni di un elicottero impegnato in un soccorso. Le Dolomiti bellunesi, per la loro particolare conformazione, si prestano molto a questa tipologia di attività. Da parte nostra non intendiamo vietare le attività su slackline, non lo abbiamo mai chiesto. Chiediamo però che chi si cimenta sulle slackline ne segnali preventivamente la presenza. Comprendiamo, anche, che l’iter burocratico possa essere una scocciatura per qualcuno, ma la vita vale molto di più».

Barattin ha confermato che non è la prima volta che la mancata segnalazione di una slackline in quota viene notata solo casualmente. Un “modus operandi” poco gradito anche dai vertici del Suem 118. «È importante che chi utilizza tali cavi, al di la degli obblighi normativi, informi tempestivamente, sempre, la centrale Suem oppure il soccorso alpino», ha spiegato il direttore del Suem 118 di Pieve, Giulio Trillò, che nell’aprile scorso ha preso il posto di Giovanni Cipolotti, «le cosiddette linee, siano esse elettriche o cavi di teleferiche, o turistiche, forestali o per cantieri, costituiscono uno dei maggiori pericoli per il volo, particolarmente per l’elisoccorso. Tali cavi, infatti, sono difficilmente individuabili dall’equipaggio. La conoscenza della loro posizione costituisce un aiuto fondamentale nelle operazioni di volo, spesso condotte a bassa quota. Molte linee sono segnalate, con il posizionamento di palloni colorati sulla sommità delle linee elettriche, la cosiddetta linea di guardia. Molte volte tali cavi sono temporanei, utilizzati non solo per attività sportive estreme ma anche per cantieri o lavori forestali. Non sempre ne viene data comunicazione formale. La normativa infatti non lo impone sempre e ciò comporta rischi per le operazioni di volo». —



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