Slackline sulla Gusela. L’Usl: «Irresponsabili»

L’azienda sanitaria prende posizione contro l’iniziativa di un gruppo di giovani la vigilia di Natale. Per posizionare la fune serviva l’autorizzazione dell’Enac

BELLUNO. Le foto della slackline tesa fra la Gusela e la Schiara la vigilia di Natale stanno facendo il giro del web. E i commenti non sono teneri nei confronti dei ragazzi protagonisti dell’impresa. Anche l’Usl ha preso posizione, con una dura nota nella quale stigmatizza il comportamento. Il problema non è tanto (o meglio: solo) quello che è successo, ma quello che sarebbe potuto accadere. E quello che non è stato fatto.

Ovvero richiedere l’autorizzazione per posizionare una fettuccia elastica fra due montagne. Un ostacolo al volo. L’iter autorizzativo è preciso, come informa l’Enac, l’ente nazionale per l’aviazione civile. «Per poter posizionare i cavi i soggetti interessati devono informare il Comune in cui si trova il luogo oggetto dell'installazione e/o la Prefettura di riferimento», fa sapere l’ente. «Le istituzioni dovranno, a loro volta, scrivere all'Enac che, fatte le valutazione di competenza rispetto alla sicurezza aerea emetterà una nota per informare i naviganti della presenza di tali ostacoli». La valutazione si basa sulle condizioni della zona, e sull’eventualità che l'installazione intralci le attività di navigazione aerea.

Ieri non è stato possibile mettersi in contatto con i ragazzi che la vigilia di Natale hanno camminato in equilibrio sulla slackline fra Gusela e Schiara, ma attraverso i loro profili facebook avevano spiegato di aver informato dell’installazione un amico del Soccorso alpino. Un messaggio sul telefonino. Ma non è sufficiente, a giudicare da quello che spiega l’Enac.

Se la procedura è tanto articolata, è perché ogni ostacolo al volo rappresenta un pericolo per chi fa attività di soccorso in montagna, ma anche per chi si occupa di antincendio boschivo, per chi pratica deltaplano, parapendio. Per chi vola, insomma. Gli ostacoli sono poco visibili dal mezzo aereo ed è fondamentale conoscerne l’esatta ubicazione. Per questo la Regione sta provvedendo alla mappatura, un’operazione di cui si sta occupando una commissione istituita dopo l’approvazione della legge 19 nel 2012.

La conoscenza degli ostacoli al volo è fondamentale per le operazioni di soccorso in montagna: l’elicottero vola molto vicino alle pareti per trarre in salvo alpinisti incrodati e escursionisti in difficoltà, e le operazioni sono spesso difficoltose e pericolose già di per sè. Proprio questo aspetto viene ricordato dall’Usl. «È doveroso sottolineare l'estrema pericolosità di tale atto, soprattutto in relazione al volo dell'elicottero, particolarmente impegnato in queste giornate a garantire la sicurezza dei frequentatori della montagna», scrive l’azienda, stigmatizzando «tale comportamento e sottolineando che i cavi sospesi sono una delle maggiori cause di incidenti durante le operazioni di volo in montagna» e definendo il comportamento dei ragazzi «irresponsabile».

«Il personale impegnato nelle operazioni di soccorso», conclude, «è quotidianamente impegnato sul territorio della provincia, anche mettendo a rischio la propria incolumità».

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