Smuraglia: «Paese distratto e smemorato»

Severa analisi del presidente nazionale dell’Anpi, presente a Belluno per le cerimonie in ricordo della Resistenza
Di Martina Reolon

BELLUNO. «Solidarietà e dignità: due valori inseriti nella Costituzione e che devono continuare a guidarci anche oggi. Si tratta forse di una speranza illusoria? Personalmente penso di no. Se riusciremo a superare rassegnazione e indifferenza, allora potremo anche pensare a un'Italia libera dalla crisi non solo economica, ma anche politica e morale. E a un’Europa che sappia prendere posizione di fronte alla nascita di nuovi movimenti autoritaristici».

Ieri a Belluno sono stati ricordati due eventi: da un lato, l’uccisione di quattro partigiani, avvenuta il 17 marzo 1945, in piazza dei Martiri; dall’altro, la ricorrenza del 70° anniversario del conferimento alla città della medaglia d’oro al Valor Militare. E per l’occasione è arrivato anche il senatore Carlo Smuraglia, presidente nazionale dell’Anpi, che ha partecipato sia all’incontro con i partigiani bellunesi, a Palazzo Rosso, sia alla cerimonia al monumento alla Resistenza.

E sono stati tanti gli aspetti che Smuraglia ha voluto evidenziare. «Siamo degni di ricordare i sacrifici della Resistenza e di coloro che li hanno compiuti solo se ci impegniamo, solennemente e ogni giorno, per garantire libertà e democrazia», ha evidenziato il presidente dell’Associazione partigiani che, nel 1943, dopo aver rifiutato le chiamate di leva dei fascisti della Repubblica sociale Italiana, decise di arruolarsi come volontario nel gruppo di combattimento "Cremona" del nuovo Esercito.

«Spesso ci troviamo di fronte a un paese distratto e smemorato. La memoria è vinta dall’oblio. La Resistenza, invece, deve essere ricordata, conosciuta e capita da tutti: da chi l’ha vissuta e da chi non c’era. Ma anche da chi, al giorno d’oggi, continua a seminare odio e divisioni». Smuraglia ha ricordato quanto la Resistenza sia stata un fenomeno complesso. «Era iniziata già nelle carceri fasciste, al confino», ha sottolineato. «Resistenza furono gli scioperi di milioni di persone nella primavera del 1943 e in quella del 1944, quando lo sciopero era un reato. Ma Resistenza fu anche quella di giovani che, di fronte al bivio autoritarismo-libertà, scelsero la seconda; quella non armata, di tante donne che aiutarono prigionieri, soldati e feriti; dei nostri soldati all'estero; dei sacerdoti che sostennero le popolazioni e del vescovo di Belluno che, nel 1945, baciò i piedi dei quattro impiccati in piazza; dei contadini che diedero aiuto ai giovani vaganti».

Ma l’aspetto su cui più si è soffermato Smuraglia è stato quello della memoria, «una memoria attiva, che ci dia un insegnamento: nei momenti cruciali bisogna saper compiere delle scelte, consapevoli che la democrazia è partecipazione. Lo dicevano già gli ateniesi e Pericle nel 430 a.C.».

Il primo cittadino Jacopo Massaro, ha voluto ribadire il messaggio già lanciato nella cerimonia al Bosco delle Castagne. «Quando parliamo di Europa, dobbiamo abbandonare la logica del solo beneficio economico», ha detto. «Stiamo in Europa perché in essa sono insiti i valori che contrastano odio e ostilità». «Dobbiamo lavorare perché i nostri giovani tornino a mettere in primo piano valori di dignità e di vita», ha aggiunto. «Questa è una delle "battaglie" più importanti dal punto di vista pedagogico. La differenza tra l'uomo e la bestia sta nella capacità di riconoscere la sofferenza altrui». E, a proposito di giovani, erano numerosi quelli presenti ieri in piazza Martiri, insieme ad autorità e associazioni combattentistiche e a parecchi cittadini. «Che effetto potrà fare a un partigiano vedere che nel 2017 il fascismo sta ricevendo consensi?», si è chiesto nel suo intervento il giovane Lorenzo Chiesura, studente del liceo delle scienze umane, che ha anche citato alcuni passaggi del romanzo di Italo Calvino "Il sentiero dei nidi di ragno". «È importante parlare di antifascismo a noi ragazzi, specie in un periodo come quello che stiamo vivendo, in cui la crisi non è solo economica, ma soprattutto morale e culturale».

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