Sociale, servizi sempre più in crisi
BELLUNO. La Conferenza dei sindaci dell’Usl n. 1 presenterà un documento alla Quinta commissione veneta per chiedere di ritarare le schede ospedaliere in base alle esigenze del territorio. È quanto farà entro metà di luglio prima dell’audizione a Venezia. Il documento sarà steso dopo il confronto col direttore generale fissato il 17 luglio.
«Sicuramente le schede possono essere modificate, non solo per l’ospedale di Belluno e i suoi reparti di radioterapia e dermatologia, ma vorremo porre il problema della medicalizzazione notturna di Agordo oggi assente, e soprattutto sul finanziamento della programmazione sanitaria che nel Piano socio sanitario regionale viene garantita, ma di cui vogliamo conferme visto che l’Usl ogni anno si trova impossibilitata a chiudere in pareggio il bilancio», ha detto il presidente della Conferenza dei sindaci, Jacopo Massaro.
Intanto aumentano i problemi risorse, come hanno evidenziato i relatori del documento del Piano di Zona 2012 che ieri è stato votato dall’assemblea dei sindaci e che ha visto l’astensione di una decina di Comuni tra cui Gosaldo, San Tomaso, Vallada agordina, Agordo, Falcade, Selva di Cadore, Taibon e Rivamonte.
Il problema, come hanno fatto presente alcuni amministratori tra cui il vice sindaco di Agordo, Sisto Da Roit, sono le risorse che iniziano a mancare, facendo abbassare non solo la qualità dei servizi offerti, ma anche la loro quantità e creando ulteriori disagi tra le fasce già deboli della popolazione. A denunciare «come la Regione Veneto con le sue scelte stia portando sempre più ad una sanità privatistica», è stato anche l’assessore di Comelico Superiore, Daniele Zandonella mentre a sottolineare la discrepanza tra aumento dei bisogni e diminuzione di risorse e di professionalità è stato il primo cittadino di Zoldo Alto, Roberto Molin Pradel che si è detto preoccupato anche per la carenza di medici «in un momento in cui la Regione stessa ci spinge a puntare tutto sulle strutture territoriali».
Le diverse aree di intervento del sociale nel 2012 segnano tutte grosse difficoltà a concludere i progetti previsti. E questo per la carenza di risorse non solo economiche ma anche professionali, tanto che si registra un calo di utenti in molti servizi «proprio per l’incapacità degli stessi di offrire una risposta adeguata perché il personale è ridotto all’osso. È il caso dei consultori familiari», ha fatto l’elenco Sisto Da Roit, «dei Sert che si trovano col fondo per le dipendenze azzerato e gli operatori dimezzati».
Si sta facendo poi avanti con sempre maggiore drammaticità anche la questione relativa alle case di riposo e al fatto che i posti letto sono di più di quelli accreditati dalla Regione, facendo aumentare gli utenti che entrano nelle strutture a pagamento.
«In questo modo si allontano i cittadini dai servizi se questi non sono in grado di rispondere alle loro richieste di aiuto», ha detto Da Roit. Ma il dirigente dei servizi sociali, Angelo Tanzarella ha sottolineato come i Comuni e anche l’Usl 1, tra le poche in Veneto, malgrado la riduzione dei trasferimenti, «non hanno ridotto nemmeno un euro al fondo per i servizi sociali, facendo un grosso sforzo per garantire comunque i servizi». (p.d.a.)
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