Solenne ritorno a Feltre per la spada del Vincheto
FELTRE. Sarà il reperto più antico mai esposto a Feltre e fra i più datati della parte nord del Veneto, la spada dell’età del Bronzo rinvenuta sul greto del Piave tre anni e mezzo fa e restaurata dalla soprintendenza di Padova, che tornerà a Feltre mercoledì.
Resterà definitivamente nel futuro museo archeologico di via Luzzo ma sarà esposta al pubblico per tre mesi, da sabato prossimo al 26 febbraio, nella sala Guarnieri del museo Rizzarda, in uno spazio valorizzato dall’architetto Ferruccio Franzoia. E per altri tre mesi, resterò lì in custodia fino a quando non sarà pronto il museo archeologico.
Questo “esordio”, come fa presente il consigliere Alessandro Del Bianco, sarà enfatizzato nell’ambito di una mostra corredata da pannelli che guidano i visitatori alla comprensione e alla conoscenza del restauro del manufatto, delle analisi archeo-metallurgiche dello stesso che pare sia stato saldato, in epoca più recente rispetto alla datazione originaria, fino alla visione di due video sulla tradizione del ferro fra Feltre e territorio regionale.
«L’allestimento della mostra che sarà inaugurata venerdì 29 luglio si è reso possibile grazie ai proventi dell’esposizione della statua dell’Esculapio. Questo evento non ha potuto prescindere dall’impegno integrato dell’ufficio cultura, con il responsabile Giovanni Trimeri e la conservatrice dei musei, Tiziana Casagrande e dal lavoro della soprintendente Chiara D’Incà che ha permesso, oltre al resto, di velocizzare le procedure per il restauro e il rientro».
La spada, lunga una settantina di centimetri e trovata da un ornitologo sulle “grave” del Piave in prossimità del Vinchetto, è stata datata al 1600 avanti Cristo. E gli esperti hanno ipotizzato che possa essersi trattato di un dono votivo alla divinità fluviale.
«Si tratta del secondo prezioso documento archeologico che torna a Feltre, dopo l’Esculapio», dice Del Bianco. «L’esposizione della spada, il più antico reperto finora mai trovato nel nostro territorio, apre prospettive di ricerca e bene si inserisce al museo Rizzarda, dove resterà sei mesi, per creare un collegamento, quanto a lavorazione del ferro, fra l’età antica e quella moderna, di Carlo Rizzarda».
Tre anni e mezzo fa, lo scopritore del reperto è andato dal consigliere Del Bianco a chiedergli informazioni. Il Comune ha pagato le spese per le analisi, circa tremila euro, e la soprintendenza ha provveduto a rimuovere le impurità, incrostazioni di sabbie e quant’altro, da un oggetto ben conservato.
Una curiosità: l’antichissimo manufatto è un’arma bianca. E il Comune, proprietario, ha dovuto fare denuncia in questura per la detenzione.
Laura Milano
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