Solidali con Menestrina altri indagati da Pavone E forse non è finita qui
Menestrina, è finita così? Mentre si aspettano le motivazioni dell’assoluzione per il poliziotto bellunese accusato di assenteismo, l’avvocato difensore Paolo Patelmo sta valutando se procedere a sua volta per calunnia nei confronti di chi l’aveva ingiustamente accusato. Prima dovrà leggere con attenzione cosa ha scritto il giudice Angela Feletto.
Un paio di ore dopo la sentenza di giovedì mattina, Michele Menestrina ha commentato sul suo profilo Facebook: «Alla fine è terminato l’incubo. Oggi la vera Giustizia ha trionfato». E tra i commenti, ha raccolto la solidarietà di due agenti della polizia locale di Cortina, che erano stati indagati per peculato dall’allora procuratore capo Francesco Saverio Pavone, finendo per essere prosciolti. Erano stati accusati di aver trattenuto per un certo periodo i soldi delle multe.
Sulla sentenza Menestrina, la Procura non presenterà quasi sicuramente appello. Negli atti d’indagine risulta che non si fosse mai affrontato, tanto meno approfondito, il discorso della manutenzione necessaria al poligono del Tiro a segno nazionale per l’uso delle pallottole blindate, nelle sedute di addestramento degli agenti. È una carta messa sul tavolo dalla difesa e ha pagato. L’altro carico da 11 è stato il tacito accordo tra l’imputato e l’ex questore Attilio Ingrassia. Tacito perché non c’è nulla di scritto: «No, assolutamente» ha detto Ingrassia in tribunale, sotto giuramento. E il suo collega e grande accusatore Cristiano Faccin, in servizio alla caserma Raniero di via Col di Lana, ha aggiunto di «non aver mai saputo che Menestrina andasse a fare manutenzioni straordinarie al poligono».
Non è stata chiesta dalla Procura la trasmissione degli atti alla Procura, per valutare l’ipotesi di reato di falsa testimonianza, ma non è per niente escluso che possa farlo il giudice in autonomia. L’altra questione riguarda una lettera anonima con fotografia piovuta nella cassetta delle lettere dello studio legale Patelmo: «È ancora sulla mia scrivania», rivela Paolo Patelmo, «vedremo se sarà il caso di fare qualcosa». —
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