«Sono cambiate le cose il piano ora va rivisto»
BELLUNO. Rivedere il piano di Terna per l’elettrodotto. Lo chiederà questa mattina Jacopo Massaro, al vertice richiesto a palazzo Piloni sull’elettrodotto, con i sindaci interessati dal passaggio della linea elettrica di Terna. Un vertice chiesto dal primo cittadino di Belluno per fare chiarezza in merito al piano della società elettrica per il territorio montano. Una posizione che non pare incontrare grandi entusiasmi tra gli altri amministratori chiamati al tavolo.
«Ho chiesto di incontrare i sindaci interessati dal tracciato (Ponte nelle Alpi, Limana, Ospitale, Longarone, Perarolo Soverzene) e la Provincia», dice Massaro, «in rispetto di quanto stabilito dal consiglio di Belluno che aveva evidenziato la necessità di riprogettare l'intervento oggi all'esame della commissione Via, perché ci si è resi conto, nel corso del tempo, dei numerosi limiti del piano che, all’epoca, tutti sostennero, convinti che fosse un intervento piccolo e marginale, senza controindicazioni. Invece, questa amministrazione ha scoperto una serie di implicazioni negative per questo territorio nel suo complesso».
Massaro fa presente che «Belluno non è contrario a una razionalizzazione dell’elettrodotto, ma ci sono criticità tali per cui è meglio rivedere il piano con nuove e migliori tecnologie che minimizzino l’impatto ambientale e socio-economico, garantendo la tutela paesaggistica, per evitare la distruzione del patrimonio Unesco. A fronte di questo, il consiglio comunale ha deciso di chiedere alla Provincia, quale ente di raccordo, di promuovere un accordo per rivedere la progettazione di Terna».
Palazzo Piloni ha quindi accolto la richiesta e ha convocato l’incontro di oggi «anche per capire meglio la questione e dove si vuole andare a parare. E comprendere se e come aprire un tavolo di confronto», dice ancora Massaro, che spiega quali sono i punti che, a suo parere, vadano riconsiderati. «Rispetto a quanto firmato sul protocollo di intesa che prevedeva la razionalizzazione di elettrodotti a 220 mila volt, abbiamo scoperto che si parla invece di costituire linee da 380 mila volt, che vuol dire creare un elettrodotto internazionale, non locale, sorretto da piloni non da 18 metri, come ci avevano detto, ma da 38. Al di là del fatto che l'intervento fisico in alcuni territori vada bene, la questione centrale», perora la causa il sindaco di Belluno, «è rivedere le parti che interessano tutto il territorio al di là del benefit del singolo comune».
Di fronte alle perplessità espresse nelle settimane scorse di questa revisione da parte di alcuni amministratori, Massaro ribadisce che «nessuno ha intenzione di boicottare o fermare o rallentare situazioni migliorative, anzi di tutelarle, rivedendo il progetto nel suo complesso, migliorandolo in alcune parti o completamente. Si dovrà deciderlo tutti insieme. Credo che di questo nessuno deve avere paura; al di là di posizioni anche dure espresse, la verità è che tutti concordiamo sul fatto che l'intervento va realizzato, che devono essere tolte le linee elettriche sopra le case, ma il territorio va tutelato. E per questo serve ritarare il piano».
Qualche perplessità sul senso dell’incontro ce l’ha il sindaco di Perarolo, Pierluigi Svaluto Ferro. «Esiste un protocollo siglato da alcuni comuni sette anni fa (Belluno, Ponte, Soverzene), e da altri 5 anni fa (Longarone, l’allora Castellavazzo, Ospitale e Perarolo). Rispetto a quell’accordo, non so cosa possa essere cambiato. Per quanto riguarda il mio comune non è cambiato nulla nell’impostazione. Sentiremo cosa chiederà il sindaco di Belluno».
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