Sono circa 1800 le badanti in provincia

Troppo bassi i redditi da pensione. Solo con altre indennità e l’aiuto dei familiari i costi sono sostenibili
Una donna con la badante il 21 agosto a Ponterdera. ANSA/STRINGER /DC
Una donna con la badante il 21 agosto a Ponterdera. ANSA/STRINGER /DC
BELLUNO. Poco meno di un terzo dei pensionati della provincia di Belluno potrebbero permettersi di sostenere in maniera autonoma la spesa per una badante. Milleottocento quelli che le hanno messe in regola. Tutti gli altri, soprattutto quelli con le indennità pensionistiche minime, sarebbero costretti a ricorrere all’aiuto economico di figli e familiari. A confermare questi dati è il segretario dello Spi Cgil, Renato Bressan che partendo dall’indagine nazionale eseguita dalla Fondazione Moressa in collaborazione con Domina (Associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico) ha analizzato la situazione nella provincia montana.


Se in Italia solo l’8% dei pensionati può permettersi la badante in base al reddito, nel Bellunese sono poco meno di 20mila i potenziali anziani che potrebbero pagarsi in maniera autonoma, cioè con la sola rendita da pensione, questa figura molto spesso straniera che svolge molteplici funzioni, dalla dama di compagnia all’operatrice socio sanitaria fino all’aiutante casalinga.


In provincia di Belluno sono circa 1800 le badanti (dati Inps) le quali hanno un costo medio di circa 16 mila euro l’anno. «Si tratta di una somma calcolata in base al contratto nazionale e per le figure in regola», precisa Bressan. «Attualmente nel Bellunese sono quasi 70 mila (69.456 per la precisione) le persone che ricevono un assegno pensionistico: da quello di vecchiaia a quello di anzianità, da quello di invalidità a quello di reversibilità. Tra questi», prosegue il sindacalista dei pensionati della Cgil, «si può dire che soltanto coloro che percepiscono una rendita media mensile di almeno 2mila euro potrebbero permettersi una badante. Solitamente, inoltre, chi ha una badante, ha anche altre necessità e problematiche e quindi percepisce altre indennità come quella di invalidità o di reversibilità. Per cui sommando la pensione di anzianità a queste altre rendite, si può dire che sono circa 20 mila quelli che potrebbero usufruire di una persona che le aiuta in casa anche dal punto di vista fisico. Tutti gli altri devono per forza chiedere un aiuto economico a figli o altri familiari».


Ad essere in difficoltà, invece, sono gli anziani con la sola pensione minima (e in provincia di Belluno sono circa tre quarti dei pensionati), che sono in affitto e che non hanno alcun parente a cui chiedere aiuto. «Solitamente questi ultra sessantacinquenni hanno anche problemi di salute e quindi è comprensibile che i 500 euro di pensione non possono bastare neanche per vivere. Per questi, in caso di bisogno se non ci sono parenti prossimi, è costretto ad intervenire il Comune di residenza per pagare loro la casa di riposo, se si tratta di soggetti non autosufficienti. La soluzione della badante», conclude Bressan, «non sempre è la migliore anche se restare nel proprio ambiente familiare può far bene all’anziano. Spesso è necessario ricorre alle strutture residenziali e allora i costi salgono specie se non c’è la quota sanitaria regionale».
(p.d.a.)


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