«Sono un tecnico, forse dovevo essere più politico»
BELLUNO. «Non immaginavo sarebbe finita così. Pensavo che sarebbe prevalso l’interesse dell’ente».
Con l’amaro in bocca, parla l’ex presidente dell’Automobil club di Belluno, Lucio De Mori. L’altra sera si sono ritrovati soltanto in due al consiglio direttivo che doveva approvare il bilancio consuntivo 2016. Nei giorni scorsi, gli altri due consiglieri Tiziano Introvigne, che era anche vice presidente, e Gianpaolo Bottacin si sono dimessi per “mancanza di fiducia nel presidente”. A far scattare questa decisione la gestione da parte del capo dell’Aci bellunese della vicenda relativa ai crediti dovuti dalla Meet Comunicazione, la società che si occupa della Coppa d’oro delle Dolomiti.
Situazione che pare essere in via di definizione.
Presidente, ora cosa succederà?
«Visto che non c’è il numero legale, ho già dato mandato al direttore dell’Aci di trasmettere tutte le carte alla sede nazionale. La stessa che, in consiglio, si incaricherà di nominare il commissario ad acta che dovrà approvare il bilancio 2016 che chiude in maniera significativa in attivo».
Si aspettava che sarebbe andata a finire così?
«Era nell’aria. Però io ritenevo, come ho sempre fatto, che in merito alla Meet comunicazione si dovesse agire come un buon padre di famiglia: il che non significa fare sconti, ma in un’epoca in cui lo Stato rateizza le tasse a 72 mesi, mi sembrava che la cosa più importante fosse portare a casa i soldi della Coppa d’oro. E questi soldi stano arrivando. La società ha pagato molto di più della metà del debito e con uno piccolo sforzo a giorni potrebbe saldarlo».
Cosa farà il commissario, visto che scade quest’anno l’accordo con la Meet?
«Potrà prorogare ancora l’incarico alla società attuale, o potrà fare un altro bando, ma in questo caso lo farà, credo, per un anno soltanto. E chi c’è che voglia mettere, oggi, 140 mila euro? L’Aci di Belluno è un piccolo ente e non può permettersi di perdere questi soldi».
Eletto nel luglio 2015, oggi si conclude la sua esperienza all’Aci. Qual è il suo bilancio?
«Di cose ne ho fatte, anche con successo. Abbiamo cominciato con un’agenzia di comunicazione che ha dato risultati discreti, poi è stato avviato un sito con cui dialogare con i soci. E abbiamo fatto delle attività. Credo di aver lavorato non tanto per gli sportivi, ma per l’ente. E forse il mio errore è stato di essere un tecnico, un presidente operaio. Forse avrei dovuto essere di più politico».
Paola Dall’Anese
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