Sopralluogo alle Gabelli di Belluno: il cantiere aprirà nel 2019
I progettisti hanno visitato la scuola, pronta alla ristrutturazione da 6,6 milioni. Massaro: «Saranno mantenute le sue peculiarità e l’idea pedagogica di fondo»
BELLUNO. A osservare l’atrio sembrerebbe una normalissima scuola durante le vacanze natalizie. Alle pareti sono ancora appesi i disegni dei bambini. È entrando nelle aule e camminando lungo i corridoi che la realtà sbatte contro lo sguardo: intonaci scrostati, soffitti umidi, pavimenti allagati. Le storiche scuole Gabelli sono in condizioni critiche, ma presto lo stabile tornerà a vivere. È previsto per il 2019 l’inizio dei lavori di ristrutturazione, ultimo atto del percorso avviato nel 2013 dall’amministrazione Massaro per recuperare il bene. Il tetto è stato impermeabilizzato ed è stata fatta la ricognizione sismica. Ora sta per prendere il via la ristrutturazione definitiva.
Venerdì i progettisti dello studio Mario Cucinella Architects di Bologna hanno fatto un sopralluogo nella struttura. Tre ore di visita, per esplorare quell’enorme spazio chiuso da otto anni e mezzo (saranno nove, alla fine di maggio) per il crollo del controsoffitto in una delle aule. Prima i progettisti hanno incontrato la giunta a Palazzo Rosso: «Abbiamo ricordato loro l’importanza di un percorso partecipativo, per giungere al recupero della scuola», spiega il sindaco, Jacopo Massaro. «Vogliamo che partecipino gli insegnanti, perché il progetto deve rispondere alle loro esigenze, l’associazione dei Cittadini per il recupero delle Gabelli, la città in generale, perché le Gabelli hanno una funzione simbolica per la nostra comunità».
Costruita fra il 1933 e il 1934 su progetto degli ingegneri Agostino e Gugliemo Zadra, la scuola rappresenta l’applicazione del metodo didattico Montessori-Pizzigoni, importato a Belluno da Pierina Boranga. Lo spirito originario delle Gabelli non sarà tradito, con i lavori di ristrutturazione: «I progettisti sono rimasti molto colpiti dall’intelligenza con cui è stata concepita la scuola», continua Massaro. «Sono assolutamente interessati a preservarne le peculiarità e l’idea pedagogica di fondo». Quello delle Gabelli sarà dunque un recupero storico, ma adattato alle esigenze del terzo millennio. Il mondo dell’istruzione è cambiato, rispetto agli anni ’30 del Novecento: «Serviranno spazi dedicati all’informatica, per esempio», illustra Massaro. «Ed è difficile pensare di rimettere in funziona la piscina». Generazioni di bellunesi hanno imparato a nuotare in quella vasca, ma in quegli anni Belluno non aveva una piscina comunale. «I costi di gestione sarebbero molto elevati e per permettere ai bambini di usarla sarebbe obbligatorio avere un bagnino».
I progettisti ci hanno messo tre ore per visitare la scuola. Sono saliti fin sul tetto e scesi negli scantinati. Lo studio bolognese sta già lavorando al progetto di recupero, che è stato inserito nel piano di rigenerazione urbana e che sarà finanziato in larga parte dal governo. L’intervento vale 6.650.000 euro (3.483.944 li coprirà lo Stato, 3.166.056 il Comune). Il progetto definitivo sarà consegnato fra qualche settimana. Il Comune deve depositarlo a Roma entro 60 giorni dalla data della registrazione in Corte dei Conti della firma dell’intesa fra Comune e Presidenza del Consiglio dei ministri. Questa registrazione dovrebbe avvenire fra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio. Da quel momento scatteranno i 60 giorni per il deposito del progetto definitivo. Poi i progettisti avranno altri 60 giorni per l’esecutivo, ed è in questa fase che la partecipazione della città diventerà importante.
In estate si potrà avviare la gara di appalto dei lavori. Si stima di aprire il cantiere nella primavera del 2019. Due anni di lavori e poi, finalmente, le Gabelli potranno tornare ad accogliere i bambini. «Dalla sezione Primavera alla scuola dell’infanzia alle elementari», ricorda Massaro, perché le Gabelli diventeranno un polo per l’istruzione dai 2 ai 10 anni di età. «Ci saranno anche aule legate al tema della ricerca e dello sviluppo in ambito pedagogico», continua.
Riaperte le storiche scuole, il Comune dovrà pensare a come riutilizzare i prefabbricati che oggi ospitano gli studenti al parco Città di Bologna. «Si trovano in una posizione strategica e ben si presterebbero ad attività rivolte ai giovani, o anche agli anziani. Potrebbero, per esempio, diventare la nuova sede dello spazio Label, che si sta ampliando ed è un po’ costretto a Borgo Pra’». Prima, però, c’è da pensare alle Gabelli. La loro rinascita non è più così lontana.
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