Sopralluogo per recuperare il “Busighel”
L’assessore Perale punta a ristrutturare l’antica fucina sull’Ardo, attraverso un progetto europeo
BELLUNO. In via dei Fabbri, nome che richiama l’attività che si svolgeva fino alla metà del 1600 sulle rive dell’Ardo, c’è un piccolo tesoro. È nascosto dai rovi, ma conserva le tracce dell’antica attività degli spadari. Il Busighel è una delle trenta fucine da spade che fra il ’400 e il ’600 si sviluppavano lungo il corso dell’Ardo. La maggior parte sono state distrutte, il Busighel rappresenta l’ultima testimonianza di quell’epoca di effervescente artigianato locale.
Lì sono andati, venerdì mattina, l’assessore alla cultura Marco Perale, la guida turistica Marta Azzalini e due tecnici di Brescia, esperti nel recupero di manufatti del genere. Il sopralluogo è servito per capire se il bene si può riportare all’antico splendore, e quanto costerebbe l’operazione. Perché c’è un diktat che l’assessore Perale deve rispettare: al Comune il recupero non può costare un euro. «Abbiamo moltissimi progetti in cantiere, il piano di rigenerazione urbana assorbirà gran parte delle risorse», spiega Perale. «Dunque la proposta che porterò in giunta sarà a costo zero per l’amministrazione». È possibile, grazie ad un progetto europeo che coinvolgerà partner privati e pubblici.
Venerdì intanto, Perale ha accompagnato due esperti bresciani al Busighel. «Fino agli anni ’50 conservava ancora parte dei meccanismi che servivano per la fucina, come magli e ruote», continua Perale. «Abbiamo contattato due esperti bresciani perché Brescia era l’altra grande capitale della lavorazione dei metalli e con gli anni si è sviluppata una certa professionalità nel recupero di questi beni. Abbiamo fatto una prima chiacchierata per capire se la fucina si può recuperare, tempi e costi per la ricostruzione delle ruote, dei magli, di un’officina per la produzione delle spade».
I tecnici confermano che il Busighel è recuperabile, per i costi bisognerà aspettare un preventivo. Ma, grazie ai soldi dell’Europa, l’operazione potrebbe essere a costo zero per Palazzo Rosso. «Per tutto il Novecento si è pensato che questi pezzi di storia non valessero nulla e nessuno ha pensato a recuperarli», conclude Perale, che si prepara a portare in giunta l’ipotesi di una riqualificazione del Busighel. «Ma hanno un enorme valore».
A Belluno, fra il ’400 e il ’600, venivano prodotte circa seicento spade al mese. Prodotti di altissima qualità che i generali richiedevano per i loro eserciti. L’attività cessò quando la lama venne soppiantata dalla polvere da sparo ma traccia di questa attività è rimasta, nelle antiche fucine dei fabbri. E il Busighel è uno di questi antichi gioielli, che ora si vuole recuperare.
(a.f.)
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