Sorapis, scatta il divieto di fare il bagno
Con temperature che raggiungono i 30 gradi, il lago Sorapis si trasforma in un angolo della spiaggia di Jesolo. Più di qualcuno si tuffa nelle azzurre acque e tenta anche di nuotare. La “cafoneria” delle scorse estati diventa, insomma, qualcosa di più strutturato. I gestori del vicino rifugio Vandelli, giustamente sensibili al rispetto del particolare contesto ambientale, e le Regole di Cortina, che hanno la proprietà di questa valle ai piedi del Sorapis, hanno chiesto l’intervento urgente del Comune.
Il sindaco Gianpietro Ghedina ha quindi deciso di emanare un’ordinanza che vieta la balneazione. Il provvedimento vedrà la luce la prossima settimana e varrà per tutto il mese di agosto e probabilmente anche oltre. «È una misura molto attesa – riconosce Ennio Pais, gestore del rifugio Vandelli – perché sono troppi coloro che fanno i “cafoni” entrando in acqua, addirittura con i materassini, che poi magari abbandonano. Quest’anno possiamo contare su una discreta vigilanza da parte dei Forestali, che però non possono intervenire con sanzioni perché non c’è ancora il divieto. Quando ci sono loro, i bagnanti d’alta quota se ne stanno tranquilli, ma basta che le guardie girino l’angolo perché riprendano a far chiasso come non succede neppure a Jesolo».
Dopo l’annuncio del sindaco Ghedina, Pais tira un sospiro di sollievo: «Finalmente – confessa – non sarò più subissato dalle proteste di chi vuol godersi la bellezza di queste montagne in tranquillità e non può farlo per le “cafonerie” di qualcuno che ha scambiato le rive del lago per il bagnasciuga di qualche spiaggia». Non è escluso che analogamente il Comune decida di intervenire anche su altri laghi, a cominciare da quello dove si specchia il Becco di Mezzodì, oltre, ovviamente, alla Croda da Lago. «Sono costretto ad assumere misure così severe – ha spiegato ieri Ghedina – per fermare sul nascere un fenomeno pericoloso in se stesso e soprattutto per le persone che si lasciano coinvolgere».
Il microcosmo di Sorapis è ormai conosciuto in tutto il mondo; ci sono stranieri di ogni parte della terra che arrivano solo per farsi fotografare in riva ad acque così straordinariamente colorate. «I Forestali mi hanno spiegato – ha rilevato ieri il sindaco – che la coloritura di questo gioiellino naturale è data da una particolare alga che rischia, con il calpestio o il movimento dei bagnanti, di essere compromessa nei suoi effetti». Oltre a quest’alga, il lago è così azzurro per le polveri di roccia trasportate dal ghiacciaio e, in parte, per il fondale calcareo.
Il primo ad applaudire il sindaco di Cortina è il presidente regionale del Cai Renato Frigo. «Spiace che perfino sulle alte quote si sia costretti ad introdurre dei divieti ma così va il mondo – sottolinea Frigo -. Il sindaco di Cortina ha fatto benissimo ad intervenire, ma i problemi sono due. Il primo è di far rispettare divieto. Chi interverrà? E costui avrà la capacità sanzionatoria che sia davvero severa? Il secondo: non è forse il caso di limitare più drasticamente gli accessi, magari numerando gli stessi posteggi d’auto? Sin da Cortina, attraverso un display, il potenziale escursionista dovrebbe sapere se c’è posto al Passo Tre Croci e se quindi ha la possibilità di avventurarsi fino al Sorapis o meno». —
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