Sorarù: «A Col dei Baldi il bacino di innevamento»

Alleghe, gli impiantisti stanno finendo il progetto del lago da 95 mila metri cubi Le polemiche sui Fondi di confine non fermano l’opera, considerata strategica 

ALLEGHE. Il progetto per il bacino da 95 mila metri cubi d’acqua, vicino a Col dei Baldi, quota 1950 metri, è in fase di definizione. Lo assicura Cesare Sorarù, presidente del Consorzio Impianti a fune Civetta. «Lo stiamo perfezionando e sarà pronto nelle prossime settimane», fa sapere. «È intenzione degli impiantisti», conferma il presidente di Alleghe Funivie, Sergio Pra, «procedere comunque, perché si tratta di un’opera strategica, a servizio del Comprensorio di Alleghe, Val Fiorentina e Val Zoldana, con un centinaio di posti di lavoro e migliaia di sciatori».

In effetti, aggiunge Sorarù, la sollecitazione a procedere è arrivata dall’andamento straordinario di questa stagione, che potrebbe segnare un più 25 per cento di presenze sulle piste.

L’impianto è al centro di un vivace dibattito. L’amministrazione comunale di Alleghe è orientata a dirottare parte del finanziamento di 2 milioni di euro ricevuto per il tunnel solforoso, attraverso il Fondo dei comuni di confine, che ha difficoltà nella realizzazione perché non si trova la quota privata.

«Quello stanziamento è blindato», obiettano altri sindaci, a partire da Leandro Grones di Livinallongo. «Se Alleghe rinuncia al tunnel solforoso, che invece è una priorità strategica per l’Agordino, quei soldi vanno rimessi in gioco fra tutti i Comuni, per altre destinazioni intercomunali». Il tunnel, secondo Grones, sarebbe il primo passo per procedere alla realizzazione di un centro termale «a cui tutto l’Agordino è interessato».

«Per la verità», sostengono Sorarù e Pra, «anche il bacino ai piedi del Civetta ha un respiro strategico». Il lago costa circa 3 milioni. Se metà dell’intervento ha la copertura pubblica, l’altra metà è subito acquisibile e, quindi, l’opera potrebbe diventare cantierabile l’anno prossimo, al più tardi nel 2020, per essere pronta nel 2021, guarda caso in occasione dei Mondiali di Cortina, da cui tutto il circo bianco dolomitico verrebbe trainato verso un definitivo rilancio.

Altrimenti? «Dovremmo trovare 3 milioni e così raddopieremmo i tempi», sospira Pra. L’anno scorso, in mancanza di neve, quella artificiale ha comportato una spesa di circa 400 mila euro solo di elettricità. L’acqua, infatti, viene pompata dal lago di Alleghe, affronta mille metri di dislivello e una parte ha un percorso di circa 10 km. «Quando la captiamo ha 2-3 gradi di temperatura», spiega Sorarù, «ma arriva a destinazione talvolta oltre i 10 gradi. Decisamente troppi. Poter contare sull’approvvigionamento in quota faciliterebbe le operazioni di innevamento, potremmo arrivare anche alle aree fino ad oggi scoperte e, soprattutto, ci farebbe risparmiare un sacco di quattrini». Il lago, inoltre, diventerebbe un’attrattiva d’estate.

«Capisco tutto», commenta Grones, «ma questi progetti vanno condivisi e se ci sono delle somme a disposizione devono essere impegnate secondo priorità programmatiche di respiro vallivo, se non addirittura comprensoriale».

Roger De Menech, presidente del comitato di gestione del Fondo, osserva preoccupato. «Non entro nel merito delle singole proposte, ma consiglio a trovare una soluzione condivisa entro il tempo più breve». Ed ecco l’asso di Grones: «Se Alleghe non trova la compartecipazione privata per il tunnel solforoso, quei 300 mila euro potremmo decidere di metterceli fra tutti i Comuni, perché le terme sono una priorità da condividere».

Francesco Dal Mas

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