Sos biblioteche: a rischio il servizio provinciale

I responsabili delle strutture aderenti chiedono il sostegno da parte dei sindaci Vendramini: «Chiediamo alla Regione i finanziamenti per continuare a operare»

BELLUNO. Oltre 51 mila prestiti locali, più di 10 mila prestiti interbibliotecari, 17.451 utenti attivi, 12.279 richieste on line. Sono i numeri registrati nel 2014 dal Servizio provinciale biblioteche.

Numeri che sono a rischio per due motivi: il primo sta nella grande incertezza attorno alla cultura, che non rientrerebbe più tra le funzioni fondamentali delle Province, e la Regione Veneto tarda a decidere chi dovrà occuparsene. In secondo luogo, non ci sono più risorse. «Nè la legge Delrio né quella sulla specificità parlano di cultura», sottolinea la dirigente della Provincia Gabriella Faoro. «In questa fase la Regione non ha ancora deliberato nulla. In più, nel bilancio del nostro ente non abbiamo fondi da destinare al Servizio biblioteche e la Regione nel 2014 non ha assegnato alcun contributo. Per questo abbiamo dovuto interrompere l’appalto esterno di catalogazione».

Sempre sul fronte dei contributi regionali, la cifra è andata negli anni progressivamente calando. «Nel 2009 le risorse assegnate erano state pari a 64.190 euro», precisa Eugenio Sief, responsabile Ufficio “Servizio provinciale biblioteche”, «nel 2010 48.650, nel 2011 26.870, fino ad arrivare a 24.330 nel 2012, 23.234 nel 2013 e zero lo scorso anno».

La parte più sostanziosa delle risorse era destinata al Servizio provinciale biblioteche vero e proprio. Due piccoli contributi, da circa 2 mila euro ciascuno, servivano per corsi di formazione rivolti a bibliotecari e funzioni di monitoraggio del servizio, con valutazioni di tipo statistico. «Ora, allo stato attuale, un ufficio che da vent’anni svolge un’attività imprescindibile per il territorio è minacciato di chiusura», continua la Faoro.

Eppure il Servizio ha sempre dimostrato di funzionare: da 12 biblioteche che avevano aderito alla rete nel 1995 si è arrivati alle attuali 65, di cui 41 comunali, 9 scolastiche e 15 “speciali” (per esempio, delle associazioni). La chiusura del Servizio provinciale implicherebbe la fine della catalogazione centralizzata, la cessazione del collegamento settimanale tra le biblioteche e delle attività di formazione, aggiornamento e assistenza ai bibliotecari nel loro lavoro quotidiano. Ma anche la fine dei servizi on line per gli utenti e dei progetti per la promozione della lettura.

Il prestito interbibliotecario, inoltre, che negli anni è passato da 1.286 a oltre 10 mila prestiti, potrebbe diventare a pagamento. Detto questo, il 19 febbraio tutti i bibliotecari del territorio provinciale si sono incontrati a Palazzo Piloni per discutere del problema, alla presenza del consigliere Paolo Vendramini, che ha la delega alla cultura, e dei funzionari e dirigenti della Provincia che seguono il settore delle biblioteche. «Si è deciso di avviare un’iniziativa unitaria, coinvolgendo tutte le amministrazioni», mette in risalto Vendramini. «Abbiamo predisposto un documento che sto presentando a tutti i sindaci e che dovrà avere come destinataria la Regione (presidente, assessori alla cultura e al bilancio). Le biblioteche sono un presidio e un patrimonio importante. La Regione deve impegnarsi a salvaguardare questo sistema con un intervento legislativo adeguato, anche assumendo quegli oneri economici che una chiara volontà politica non può non trovare».

«Abbiamo inoltre pensato a un “piano B”», prosegue, «che prevede l’intervento dei Comuni, attraverso una convenzione, e il sostegno economico di privati o enti, come Consorzio Bim o Fondazione Cariverona».

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