Sos cassa in deroga sono a rischio oltre 1500 lavoratori
BELLUNO. I soldi stanziati dal Governo e dalla Regione (1,6 miliardi di euro per il 2013) per la cassa in deroga, potrebbero terminare già nel prossimo mese, mettendo così a rischio oltre 1.500 lavoratori delle piccole e medie imprese bellunesi, che potrebbero essere licenziati.
È allarme rosso per l’ammortizzatore sociale (nato qualche anno fa per rispondere ai problemi di crisi delle Pmi, che non usufruiscono della cassa integrazione ordinaria o straordinaria), che ora si trova senza risorse, vista l’impennata di richieste avanzate dalle imprese.
I numeri. L’anno scorso in provincia di Belluno le ore di cassa in deroga sono state 1.228.915, equivalenti a circa 750 lavoratori; a questi vanno aggiunti altrettanti lavoratori che si sono trovati in difficoltà soltanto nel primo trimestre di quest’anno (già 272.939 le ore autorizzate). Numeri importanti, che denotano la debolezza di un territorio che si basa fondamentalmente sulle piccole e medie imprese. A ciascun diopendente le istituzioni assicurano un’indennità di cassa mensile di circa 6-700 euro per 180 giorni. «Ma i soldi attualmente stanziati per questo scopo non sono sufficienti neanche per arrivare all'estate», sottolinea Rudy Roffarè della segreteria della Cisl bellunese. «Quest'anno c’è stato un ricorso massiccio agli ammortizzatori in deroga, visto l’aggravarsi della crisi che mette in seria difficoltà proprio le piccole aziende. Se si arriverà a settembre o a giugno, questo dipenderà dalle richieste che giungeranno».
Sindacati e associazioni di categoria sono particolarmente preoccupati «per l’aumento di questa crisi e soprattutto perché non si fa nulla per rompere questo circolo vizioso. Paghiamo lo scotto della mancanza di un governo che prenda delle decisioni in merito», continua Roffarè.
Il significato della cassa in deroga. A usufruire di questo strumento sono le Pmi, da quelle artigiane a quelle edili, dal commercio agli studi professionali con meno di 50 dipendenti. La cassa in deroga non è solo un mezzo per dare un salario dignitoso a chi non lavora, ma è anche pensata per non disperdere i lavoratori e la loro esperienza.
«Abbiamo in ballo una montagna di aziende e lavoratori in condizioni critiche», precisa Christian De Pellegrin della Cgil, che snocciala dati impietosi. «Nei primi tre mesi dell’anno ben 170-180 aziende dell'artigianato hanno fatto richiesta di cassa in deroga, per un totale di circa 800 lavoratori. Ma il sentore è che ci sia un ulteriore peggioramento della situazione economica. La cassa e la mobilità in deroga vanno finanziate al più presto, se non vogliamo che persone con esperienza lascino il mondo del lavoro, depauperando anche l’azienda di qualità e professionalità. Se non si trovano i soldi, queste persone rischiano il licenziamento, non ci sono alternative», dice De Pellegrin, che aggiunge: «Siamo in un periodo in cui le aziende non riescono a pagare nemmeno i lavoratori e le pubbliche amministrazioni non coprono i loro debiti. Bisogna assolutamente intervenire per evitare che ci sia il disastro».
I sindacati evidenziano che la difficoltà sulla cassa in deroga si vede anche da un dato di fatto: «Per le indennità degli ultimi mesi del 2012, i soldi stanno arrivando adesso, figuriamoci cosa succederà per le richieste del 2013. Se non si metteranno risorse in questi ammortizzatori sociali, si rischierà di far lievitare anche i dati della disoccupazione, facendola passare dall’attuale 11% al 15% e oltre».
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