Sos cellulari, troppe aree sono senza segnale
Rufus Bristot del Soccorso alpino: «Ad alta quota una telefonata può salvare una vita»
BELLUNO.
Sos sicurezza. L'incidente mortale capitato due settimane fa a Pian Osteria, dove ha perso la vita un trevigiano di 40 anni, ha riaperto un capitolo che in provincia non è mai stato chiuso: quello della difficoltà delle comunicazioni. E il problema è riemerso in tutta la sua prepotenza. In alcune aree, infatti, non è possibile chiedere aiuto via cellulare in caso di bisogno. I residenti di Farra d'Alpago avevano denunciato, indignati, una situazione «insostenibile e inammissibile».
La denuncia.
«Da poco mi sono trasferito a vivere nella piccola borgata di Pian Osteria a ridosso della Foresta del Cansiglio, con la mia compagna e mio figlio di 6 mesi. Purtroppo nei giorni scorsi questo piccolo angolo di pace è stato messo sottosopra da un incidente stradale in cui ha perso la vita un uomo di 40 anni», scrive Alessio Bona. «Non è la prima volta che succedono disgrazie in questa zona, una zona turistica. A volte succede l'imprevisto, la persona si perde nel bosco... A questo punto il problema che ogni volta si presenta è lo stesso: come chiamare i soccorsi? I cellulari sono privi di campo. Non tutte le case sono provviste di telefono fisso e se capita un temporale, anche la linea fissa salta per dei giorni. I due piccoli ristoranti sono l'unico punto di riferimento, ma quando non sono aperti cosa si fa? Da anni lamentiamo questo disservizio. E in risposta a questo qualcuno dice che "sono i problemi della montagna". È una risposta troppo facile che scarica troppe responsabilità. Serve l'impegno degli enti perchè questa situazione possa cambiare. Non deve essere accettato a testa bassa un simile problema. Ogni domenica la Foresta del Cansiglio è visitata da decine di persone. Turismo vuol dire anche fornire servizi. E alla base di tutto deve esserci la sicurezza».
Le aree isolate.
Sono diverse le zone nella provincia dove la comunicazione è difficile perché i telefonini non prendono. Oltre all'area del Cansiglio, ci sono difficoltà anche in Val Visdende e in Val di Gares. E queste sono solo le più conosciute e più ampie. Se poi si va a guardare le singole località, allora la lista si allunga. Capita ancora che andando verso Agordo la linea possa cadere.
Il Soccorso alpino.
«La sicurezza passa attraverso la comunicazione. E soprattutto in montagna la comunicazione diventa fondamentale, anzi è una questione di vita e di morte. Per questo è necessario che gli enti locali si mobilitino».
La presa di posizione viene da Fabio Rufus Bristot, delegato provinciale del Cnsas, che da anni combatte la battaglia per avere almeno la copertura radio tra i soccorritori in provincia. «È impensabile che nel 2011 ci siano zone abitate isolate dalle comunicazioni. Una volta anche noi soccorritori intervenivamo quando ormai non c'era più nulla da fare, perchè chi lanciava l'allarme doveva scendere a valle o trovare il primo rifugio per telefonare. E il tempo passava inesorabile. Se oggi la percentuale di successo degli interventi di soccorso è elevata, è anche perchè c'è il cellulare e gli escursionisti se lo portano dietro. Se manca la copertura telefonica, è come tornare indietro nel tempo. Per poter sopperire a questo limite le soluzioni sono due: o si mettono antenne dappertutto (ma si sa che i gestori le mettono laddove esista un tornaconto economico), oppure bisogna ricorrere a tecnologie diverse. Resta comunque impensabile che sussistano ancora problemi per la telefonia fissa. Almeno in questo settore, la certezza di prendere la linea deve esistere».
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