Sos, cercansi volontari per salvare rane e rospi

Il Gruppo salvataggio anfibi è al lavoro in diverse aree della provincia Sono oltre 3 mila gli esemplari aiutati in un anno ad attraversare la strada

BELLUNO. Oltre 400 esemplari salvati dalle auto, solo nel corso della serata di giovedì. Più di 3 mila, in totale, solo lo scorso anno. L’attività del Gruppo salvataggio anfibi Belluno, iniziata qualche settimana fa con l’arrivo delle prime piogge primaverili, continuerà fino alla metà del mese di aprile, periodo in cui dovrebbe completarsi la fase di migrazione di rane dalmatine e rospi comuni.

Una migrazione che, per chi non se ne intende, può risultare anche parecchio singolare. «Capita spesso di vedere esemplari che attraversano la strada l’uno, il più piccolo, sul dorso dell’altro», spiega Giuseppe Tormen del gruppo Natura Bellunese, esperto di anfibi, rettili e fauna selvatica. «Questo perché il maschio, che è più piccolo della femmina (la metà, se non un terzo, ndr), aspetta quest’ultima e poi si “avvinghia” alla sua schiena prima di entrare in acqua. La fecondazione per gli anfibi è infatti esterna e si completa in ambiente acquatico».

Rospi e rane, infatti, migrano per andare a deporre le uova. «La loro vita è terrestre per gran parte dell’anno», precisa Tormen, «e in primavera si dirigono verso le pozze d’acqua, per poi ritornare nei luoghi di partenza. Il problema è che nella loro migrazione, che interessa i circuiti stradali, molto spesso vengono investiti dalle auto».

Un fenomeno di non poco conto, visto che gli anfibi sono animali importanti per il mantenimento degli equilibri naturali: predatori, si nutrono di un gran numero di insetti e, a loro volta, sono preda di rettili e uccelli. «Ogni femmina depone migliaia di uova», prosegue Tormen, «proprio perché solo il 2-3% dei girini riesce a diventare adulto. E tra le principali cause di morte ci sono proprio le ruote delle macchine».

Volontari salvano i rospi che attraversano la strada

Il ruolo svolto dai volontari del gruppo di salvataggio è dunque fondamentale. E non è semplice, visto che si trovano a operare sulla strada di notte, anche con un certo rischio, tutte le sere nel primo mese di primavera. «Trasportiamo rane e rospi in dei secchi (che possono pesare anche 60 chilogrammi, ndr), raccogliendoli e portandoli al di là del tratto stradale, verso le aree dove è presente acqua. Il nostro impegno va avanti fino alla metà di aprile perché poi dobbiamo aspettare il ritorno degli adulti verso la montagna. Con i piccoli è ancora più complesso».

I volontari del gruppo sono in azione in queste settimane in via Montegge a Seren del Grappa e in località Punta Trifina, sulla statale 51 di Alemagna, a Ponte nelle Alpi. «Un’altra area in cui siamo impegnati è quella del lago di Santa Croce», fa presente Tormen, «ma le zone di migrazione sono anche il lago di Vedana, Fant e Gron, Levego e Sagrogna, Lentiai e Mel, la strada tra Marziai e Vas, l’ingresso di Agordo».

Per coprire tutte queste aree ci vorrebbero però molti più volontari. «Attualmente siamo una decina a Belluno e altrettanti nel Feltrino. Per questo cerchiamo altre persone che ci aiutino, anche nel segnalare punti di migrazione, così da rendere possibile una mappatura. Il numero di riferimento è quello di Michela Zatta, la nostra coordinatrice: 328 9204968».

Obiettivo del gruppo è poi coinvolgere enti e istituzioni e trovare finanziamenti per realizzare dei sottopassi, in modo che gli anfibi possano attraversare la strada in condotti di scarichi di acqua già esistenti. «Una spesa che, ovviamente, non siamo in grado di sostenere come gruppo», chiosa Tormen. «Intanto ringraziamo l’Anas, che si occupa di installare la segnaletica generica di lavori in corso con indicazioni luminose nelle aree in cui operiamo, le amministrazioni di Ponte e Seren, i carabinieri di Ponte e Puos d’Alpago, la polizia locale, oltre al Corpo forestale».

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