Sos dei vigili del fuoco: «Siamo senza soldi»
Sommavilla avverte: «Attrezzature scadute e gasolio agli sgoccioli: l'attività è a rischio»

I vigili del fuoco in azione all’incendio dell’Ecorav l’anno scorso
BELLUNO.
I vigili del fuoco lanciano l'sos: «Senza fondi, rischiamo di dover cessare la nostra attività». E sempre più grave la situazione economica dei pompieri bellunesi, alle prese con un debito di 400-500mila euro. Un «buco» che rischia di mettere in serio pericolo l'attività in un territorio difficile come quello bellunese. Ma, soprattutto, il «buco» rischia di non garantire più la sicurezza di chi opera. A lanciare l'allarme è Gianfranco Sommavilla, della segreteria della Uil Pa, che si dice seriamente preoccupato. E spiega come stanno le cose.
La sicurezza. «Il problema più serio riguarda le condizioni in cui operiamo», precisa Sommavilla. «Le condizioni sono al limite della sicurezza. Per mancanza di fondi, infatti, non potremo pagare nemmeno la revisione e la messa a norma degli strumenti autoprotettivi, come le maschere e le bombole d'ossigeno. Strumenti che hanno una loro vita, al termine della quale devono essere sottoposti a una revisione e a una messa a norma. Orbene, le ditte specializzate, che devono ancora essere pagate, non vogliono più fare queste operazioni, se non riceveranno i loro compensi. Se dovesse per caso succedere un incendio grosso (come quello capitato qualche tempo fa in una ditta a Longarone), dove abbiamo bisogno di tanta strumentazione, rischiamo di non poter garantire l'intervento».
Il gasolio. «Viste le cose come stanno, siamo talmente presi male che forse non arriveremo nemmeno alla fine di novembre con la scorta di gasolio. E questo perchè le ditte che ci riforniscono devono ancora essere pagate. A questo punto o il ministero trasferisce i soldi e paga i debiti o le ditte smetteranno di servirci. In tal caso non potremo muovere più i mezzi, cessando di fatto la nostra attività», sottolinea senza mezzi termini Sommavilla.
Carenza di personale. I problemi di sicurezza, poi, si associano alla carenza di personale. «Sebbene qualche unità si sia aggiunta al nostro personale, dobbiamo fare i conti con 40-45 persone in meno. Il problema è sempre riconducibile alla penuria di fondi, per la quale non si fanno più i concorsi. E noi ci troviamo in grave difficoltà: in estate siamo stati costretti a far rientrare le persone dalle ferie e non è detto che questi giorni lavorati in più vengano pagati», dichiara il sindacalista. «Di allarmi ne abbiamo lanciati tanti, ma sono rimasti inascoltati. Anzi la situazione è peggiorata Sappiamo che le risorse economiche ormai sono risicate», conclude Sommavilla, «ma non si può penalizzare un Corpo come il nostro, da sempre in prima linea nelle emergenze».
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