Sos, manca un medico e Chirurgia va in affanno
BELLUNO. Un chirurgo viene trasferito da Belluno ad Agordo e l’unità operativa dell’ospedale San Martino si trova in difficoltà, tanto che l’offerta all’utenza potrebbe essere rivista. Il che significa che le liste d’attesa aumenteranno e che ci vorrà più tempo per poter essere sottoposti a un intervento di elezione; ma ci sono voci che parlano anche di una riduzione dell’attività. Insomma, l’ennesimo disagio per i pazienti pare dietro l’angolo.
La vicenda prende le mosse dal trasferimento di un medico dalla chirurgia di Agordo a quella di Belluno. Qui resta per qualche tempo e nell’unità operativa del San Martino in molti tirano un sospiro di sollievo. Le liste d’attesa potrebbero così iniziare a diminuire e il lavoro venir distribuito meglio per ciascun camice bianco, evitando ore straordinarie a go go. Ma dopo qualche tempo, lo stesso medico viene ritrasferito ad Agordo, per decisione della direzione dell’Usl . E così il reparto di chirurgia di Belluno si ritrova in difficoltà. Centocinquanta ore in più da coprire (tanto era il tempo garantito dal nuovo medico) sono tante e i colleghi che restano sono costretti a smaltire il lavoro, facendo ore straordinarie. «Ma fino a quando potranno resistere sostenendo questi ritmi?», si chiedono in molti.
Intanto le liste di attesa crescono e all’interno del reparto circolano voci di un possibile ridimensionamento delle sale operatorie, vista la riduzione di personale.
Il direttore generale dell’Usl 1 Antonio Compostella non ci sta. E chiede che il personale rimasto faccia fronte alle esigenze, anticipando che il bando per la ricerca di un altro chirurgo è già attivato.
«É vero che un medico da Agordo era stato spostato a Belluno, ma lo scopo della direzione strategica era quello di dividere gli interventi chirurgici tra Belluno e Agordo, giungendo addirittura a uno scambio di medici per poter garantire lo smaltimento delle liste di attesa. I primari dei due reparti, però, non sono giunti a un accordo nella distribuzione dell’attività come aveva chiesto l’azienda Il nostro intento era quello di tenere a Belluno le urgenze e gli interventi di elezione, lasciando ad Agordo le attività di day surgery o day hospital». Ma visto che questo non è avvenuto, allora il medico che avevamo dato di supporto è stato rispedito all’ospedale agordino: «A questo punto il reparto di Belluno deve organizzarsi per far fronte a quello che non ha voluto fare. Come azienda, consideravamo il nostro consiglio una grande opportunità, ma l’occasione non è stata colta al volo».
Di fronte alla prospettata riduzione dell’attività a Belluno per carenza di personale, il direttore generale ribadisce: «La chirurgia deve trovare la soluzione, intanto abbiamo avviato un bando per un nuovo chirurgo».
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