Sos medici: per due concorsi i candidati sono appena nove
BELLUNO. Impegno massimo dell’azienda sanitaria nella ricerca di professionisti. Continuano, infatti, a scarseggiare alcune figure mediche: ginecologi, pediatri e ortopedici. E inizia a farsi sentire anche la difficoltà a reperire medici di medicina generale. La situazione è molto pesante in provincia, tanto che alcuni servizi, soprattutto negli ospedali periferici, sono stati in parte sospesi.
Due i concorsi che si sono conclusi. Il primo riguarda medici rianimatori: «Diciotto le domande arrivate», ha precisato il direttore medico, Raffaele Zanella, «ma solo quattro candidati si sono presentati alle prove e tutti sono risultati idonei. Ora vedremo se la loro intenzione è quella di rimanere nella nostra provincia». Ieri si sono svolte le prove per la specialità di Pronto Soccorso: nove le domande arrivate, ma alla fine solo cinque i medici che hanno partecipato al concorso. «Tutta la collettività deve essere consapevole delle criticità che si prospettano da qui ai prossimi anni per la nostra azienda sanitaria. Da tempo ho lanciato l’allarme che purtroppo si sta concretizzando. Ma il problema non è solo nostro, è l’intera regione a soffrire».
Nel 2016 sono stati molti i servizi riattivati o avviati. «È stato riaperto l’ambulatorio oncologico a Pieve di Cadore e quello di cure palliative ad Agordo», ha ricordato il direttore generale. «È stata potenziata la rete per i servizi educativi domiciliari per l’area infanzia e adolescenza, si è aperto il percorso diagnostico terapeutico per la sclerosi multipla e per gli anziani è partita l’attività di controllo della qualità nelle case di riposo. Vogliamo che i servizi siano sempre al top per i nostri cittadini», ha ribadito Rasi Caldogno.
Il 2017 porterà l’apertura dei due medicine integrate di gruppo: quella di Cavarzano e quella di Longarone-Zoldo (quest’ultima sostituisce la vecchia Utap). «Si dovrà lavorare per attivare anche quella in Comelico», ha detto il direttore dei servizi sociali Gian Antonio Dei Tos, «che andrà a sostituire l’attuale Utap».
Resta da rispondere a una richiesta che arriva da anni dal territorio: quella del medico a bordo nell’ambulanza durante la notte. Un’esigenza che da più parti è stata evidenziata, ma la cui realizzazione sembra allontanarsi sempre di più. «Dobbiamo valorizzare le professionalità che abbiamo e che possono fare un servizio importante come gli infermieri», ha sottolineato il direttore sanitario Giovanni Pittoni. «Sono figure in possesso di una laurea e con grandi competenze. Dobbiamo pensare che in molti Paesi europei il medico nell’ambulanza non c’è nemmeno». (p.d.a.)
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