«Sospendere la Delrio e tornare alle elezioni»

L’associazione dei piccoli Comuni sul destino delle Province, ma anche sui disservizi postali e sulla burocrazia. Scopel: «Via le procedure inutili»

BELLUNO. La delicata situazione finanziaria delle Province è al centro delle preoccupazioni anche dell’Anpci, l’associazione dei piccoli comuni italiani. Il sindaco di Seren del Grappa, Dario Scopel è il referente del Veneto per l’Anpci e la scorsa settimana era presente all’incontro di Roma con i colleghi del direttivo nazionale.

«Tra le varie cose trattate», spiega Scopel, «si è parlato di Province, che vivono il caos più assoluto. L'idea di Anpci è di sospendere e rivedere completamente la Delrio, e tornare alle elezioni di primo grado per questi enti. Si è parlato anche di poste e del servizio sempre più scadente che Poste Italiane dà ai cittadini che vivono in aree marginali (sono 44 i comuni bellunesi interessati) ma la direttiva comunitaria è chiara: servizio di consegna universale per tutti i cittadini. Se a poste italiane non piace fare un servizio pubblico, che certamente ha dei costi maggiori ai benefici in aree marginali, allora rinunci ai 250 milioni di soldi pubblici che prende dallo stato ogni anno», è la posizione dell’Anpci.

«Abbiamo inoltre affrontato una serie di problematiche che quotidianamente gli amministratori devono affrontare nella gestione sempre più complessa ed articolata degli enti locali; in particolare si è deciso di adottare una piattaforma di proposte e che presenteremo anche in vista delle prossime elezioni politiche, proposte che riteniamo vitali per i Comuni e per le popolazioni amministrate».

Scopel fa qualche esempio: «In nome della tanto declamata semplificazione, chiediamo l’abolizione del Dup (documenti unico di programmazione) che è complicato ed inutile per le realtà dei piccoli comuni, portando solo ad un inutile carteggio che pesa sulle attività degli uffici senza riversare benefici alla comunità». I sindaci chiedono anche di eliminare i vincoli di bilancio che servono per fare da garanzia al continuo aumento di debito pubblico dello stato centrale; la rivisitazione del piano anticorruzione per i piccoli comuni dove vi sono pochi dipendenti: «Così come concepito non fa ne caldo ne freddo alle persone che delinquono». Inoltre: rivisitazione del piano della trasparenza che comporta un notevole impiego di risorse umane con un dipendente quasi esclusivamente impiegato per caricare dati che, con buona pace del legislatore, nessuno leggerà: «Sommergere di dati i cittadini non è certamente il miglior modo per fare trasparenza». Si ritiene infine necessario lasciare ai comuni le somme dell’ Imu che oggi, ad esempio per le aree industriali, vanno a Roma. «Questo garantirebbe le risorse necessarie per una corretta gestione ordinaria del territorio».(i.a.)

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