Sostegno e incentivi ai negozi di vicinato per combattere lo spopolamento
BELLUNO
Due milioni di euro dei Fondi di confine per sostenere i negozi di vicinato. È stato siglato ieri l’accordo, tra la Provincia di Belluno e la Camera di Commercio di Belluno e Treviso, che si propone di combattere lo spopolamento delle aree periferiche attraverso la conservazione dei presidi territoriali. Gli incentivi sono rivolti ai negozi che vogliono ammodernarsi e diventare polifunzionali.
Si tratta di un progetto di area vasta, cioè gestito con i Fondi di confine affidati alla Provincia e rivolto agli esercizi di tutto il territorio, non solo dei comuni confinanti o contigui. La Camera di Commercio curerà i bandi per assegnare i finanziamenti che saranno a fondo perduto, fino al 40% della somma investita e potranno essere cumulati con altri contributi.
«Si tratta di un progetto strategico», spiega il presidente della Provincia, Roberto Padrin, «che promuove il mantenimento o la creazione di attività commerciali nelle aree marginali, puntando sulla polifunzionalità. Ringrazio i sindaci che ci hanno messo a disposizione una somma così importante. Il settore del commercio è quello più in sofferenza nel bellunese e questa iniziativa serve a combattere lo spopolamento, direttamente legato alla scomparsa dei servizi e dei piccoli negozi. Il nostro obiettivo finale è quello di mantenere vive le comunità».
Grande soddisfazione anche dalla Camera di Commercio, come spiega il presidente Mario Pozza: «Il sistema camerale vuole essere vicino alle imprese e attraverso il nostro strumento operativo, l’Osservatorio economico, è stata condotta una ricerca per capire quali sono oggi le esigenze delle imprese di questo territorio. L’accordo prevede il sostegno alle attività commerciali per contenere la fuga dalla montagna».
Camera di Commercio e Provincia collaborano già da anni in diverse iniziative che tendono a rafforzare le imprese in un territorio dove l’occhialeria è l’attività prevalente, «forse troppo», commenta Pozza, preoccupato dalle sorti della mono produzione». La collaborazione si è concentrata sui progetti comunitari con particolare attenzione alla vocazione turistica e imprenditoriale della provincia. «Purtroppo», afferma ancora Pozza, «con la fusione delle Camere di Commercio di Treviso e Belluno abbiamo perso metà dei nostri finanziamenti, cioè 10 milioni di euro all’anno». Anche per questo l’attività di redazione dei bandi verrà rimborsata alla Cc con 50 mila euro all’anno per i tre anni da qui al 2021. I primi bando usciranno in primavera.
L’Osservatorio economico e sociale della Camera di Commercio ha condotto una ricerca intervistando cinquanta operatori di 40 comuni confinanti e contigui, comuni che contano ben 474 frazioni, 220 delle quali hanno meno di cento abitanti, come spiega l’analista Federico Callegari: «In questi luoghi, quando chiude un esercizio di vicinato non sparisce solo un’attività economica, ma un punto di integrazione. Per questo l’incentivo va anche alla polifunzionalità, utile alla comunità locale ma anche ai turisti».
Per la Camera di Commercio e la Provincia la dispersione territoriale nel bellunese non è un valore negativo in assoluto, ma un elemento che si può valorizzare, anche perché le frazioni non sono tutte a dispersione irrecuperabile, ma evidenziano anche nuclei di tenuta e di sviluppo dove le idee imprenditoriali abbondano e vanno sostenute. —
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