Sostegno, i disabili restano senza prof
Manca un centinaio di insegnanti, le graduatorie sono esaurite e i presidi devono rivolgersi a docenti non specializzati
BELLUNO. La scuola è iniziata da una settimana, ma ancora in provincia mancano all’appello più di cento docenti di sostegno. Un problema difficile da risolvere, vista la cronica insufficienza, a livello nazionale, di insegnanti abilitati a seguire studenti portatori di handicap.
Negli istituti scolastici bellunesi, quest’anno, sono circa 800 i ragazzi con disabilità iscritti e per loro il Miur ha disposto la presenza di 361 docenti appositamente specializzati. All’inizio delle lezioni duecento di queste cattadre erano ancora scoperte; ora, dopo le prime convocazioni da parte dell’Ufficio scolastico territoriale, ne restano da assegnare ancora un centinaio. Una situazione che sta mettendo a dura prova i dirigenti scolastici, costretti a fare i conti con graduatorie ormai esaurite, tanto da essere costretti a ripiegare su supplenti abilitati all’insegnamento di altre materie.
Come faranno queste persone a svolgere il loro compito di sostegno? «Un po’ con la buona volontà, un po’ andando a “lezione” dai colleghi di sostegno in ruolo, un po’ dando fondo a tutte le loro competenze», dicono i sindacati di categoria, che sono ancora una volta sul piede di guerra.
A oggi, sono 48 i posti ancora vacanti nelle scuole superiori, più di cinquanta tra elementari e medie, per scendere a 15 nelle scuole dell’infanzia. Contrariamente a quanto avviene in altre parti d’Italia, nel Bellunese i presidi confermano che «nessuno degli studenti con problemi è stato mandato a casa o messo in un angolo, ma è sempre stato seguito da personale docente anche se di altre materie». Qualcuno, come il dirigente del liceo scientifico Galilei, è stato più fortunato, avendo potuto usufruire del supporto di docenti di sostegno delle medie che, all’interno del progetto della continuità didattica, hanno seguito gratuitamente “l’accompagnamento” dei ragazzi nel passaggio da un ciclo di studi a quello superiore. Intanto, si attende anche la pubblicazione delle graduatorie definitive da parte dell’ex Provveditorato, elenchi da cui le scuole potranno accedere per chiamare i supplenti annuali (incarico fino al 31 agosto) o temporanei (fino al 30 giugno).
«Il problema», spiega Milena De Carlo, segretaria dello Snals provinciale, «è causato dalle università che non programmano i corsi di specializzazione in maniera intelligente. Ad oggi sono partiti quelli per la scuola primaria, mentre non c’è nulla per medie e superiori. L’ultimo corso fatto è stato per i docenti di ruolo in esubero che hanno fatto domanda e che sono stati riconvertiti nel sostegno. Ma la colpa è anche della Regione che, una volta indetto il concorso, mette a bando pochissimi posti, insufficienti per abilitare i numeri necessari». E se la buona volontà dei supplenti di altre materie può bastare all’infanzia o alle elementari, «non è così alle superiori dove c’è il reale rischio che i disabili vengano “parcheggiati”», sottolinea preoccupata De Carlo. «Per questo i genitori devono verificare che questo non avvenga, esigendo che i loro figli abbiano le ore di sostegno previste per legge e che i loro insegnanti non siano chiamati per svolgere lezioni in altre classi. Nei casi più gravi è necessario che sia previsto anche l’assistente per aiutare il ragazzo con handicap in alcune funzioni fisiologiche: non si può delegare tutto al collaboratore scolastico, che non è formato per questa mansione».
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