Sotto sequestro venticinque “falsi d’autore”

L’inchiesta coinvolge il noto pittore feltrino Renato Zanon ma la difesa non ha dubbi: «Sono opere autentiche»
RICICLAGGIO: NUOVO TESORO MOKBEL, QUADRI PER DECINE MILIONI. ROS SEQUESTRA OPERE IN QUATTRO GALLERIE ROMA. Alcune delle opere sequestrate oggi 19 marzo 2010 a Roma. Dipinti, serigrafie, litografie e decine di sculture di importanti artisti contemporanei e moderni tra cui De Chirico, Capogrossi, Tamburi, Schifano, Borghese, Palma, Clerici e Messina: si tratta di una nuova parte del tesoro di Gennaro Mokbel, il faccendiere in carcere ritenuto dagli inquirenti una delle figure chiave dell'inchiesta per riciclaggio che coinvolge anche i massimi dirigenti delle societa' telefoniche Fastweb e Telecom Italia Sparkle. Le opere, per un valore stimato di decine di milioni che saranno ora esaminate dagli esperti del comando tutela patrimonio culturale dei carabinieri, sono state sequestrate dai carabinieri del Ros in quattro gallerie, nel centro di Roma e nei quartieri Parioli e Fleming. Il sequestro e' stato disposto dalla procura distrettuale antimafia di Roma. ANSA / CLAUDIO PERI / PAL - Trovato a Roma un nuovo tesoro di Gennaro Mokbel
RICICLAGGIO: NUOVO TESORO MOKBEL, QUADRI PER DECINE MILIONI. ROS SEQUESTRA OPERE IN QUATTRO GALLERIE ROMA. Alcune delle opere sequestrate oggi 19 marzo 2010 a Roma. Dipinti, serigrafie, litografie e decine di sculture di importanti artisti contemporanei e moderni tra cui De Chirico, Capogrossi, Tamburi, Schifano, Borghese, Palma, Clerici e Messina: si tratta di una nuova parte del tesoro di Gennaro Mokbel, il faccendiere in carcere ritenuto dagli inquirenti una delle figure chiave dell'inchiesta per riciclaggio che coinvolge anche i massimi dirigenti delle societa' telefoniche Fastweb e Telecom Italia Sparkle. Le opere, per un valore stimato di decine di milioni che saranno ora esaminate dagli esperti del comando tutela patrimonio culturale dei carabinieri, sono state sequestrate dai carabinieri del Ros in quattro gallerie, nel centro di Roma e nei quartieri Parioli e Fleming. Il sequestro e' stato disposto dalla procura distrettuale antimafia di Roma. ANSA / CLAUDIO PERI / PAL - Trovato a Roma un nuovo tesoro di Gennaro Mokbel

FELTRE. Per i carabinieri si tratta di “falsi d’autore”. Per la difesa sono opere “autentiche”. La verità verrà fuori nel corso delle inchiesta della procura della Repubblica di Belluno che vede al centro di un procedimento penale un noto pittore feltrino, originario di Castelfranco Veneto, Renato Zanon, classe 1939, al quale, nelle settimane scorse, i carabinieri del nucleo Tutela del Patrimonio culturale di Bologna, hanno sequestrato 25 opere d’arte.

Si tratta di dipinti attribuiti ad artisti d’eccezione (ci sarebbe anche un’opera firmata Raffaello Sanzio) che, in realtà, secondo i militari dello speciale nucleo investigativo del capoluogo emiliano, altro non sarebbero che opere “non originali”.

Nelle settimane scorse, i carabinieri, su ordine del pubblico ministero Antonio Bianco, hanno perquisito e sequestrato venticinque opere nella disponibilità del pittore da molti anni residente nella città murata, che in passato aveva gestito anche un noto atelier d’arte e d’antiquariato a Borgo Ruga. Il pittore è formalmente iscritto nel registro degli indagati per violazione di un articolo del Testo Unico sui beni culturali che punisce chiunque detenga opere “non originali” ai fini del commercio.

La vicenda ha avuto, di recente, strascichi giudiziari, davanti ai giudici del tribunale del Riesame di Belluno. I giudici del collegio (presieduto dal giudice Sergio Trentanovi), in una prima seduta, avevano convalidato il sequestro soltanto di una delle 25 opere di “dubbia originalità”. Ma proprio pochi giorni fa, il tribunale del Riesame è tornato a riunirsi ed ha esteso la convalida del sequestro anche sulle altre 24 opere, inizialmente “sigillate” e poi dissequestrate, grazie alle ulteriori prove fornite dagli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore Antonio Bianco.

Da parte sua la difesa del noto pittore feltrino, rappresentata dall’avvocato Luigi Fadalti del foro di Treviso, non ha dubbi che si tratti di “opere autentiche” ed è pronta a dimostrarlo nel corso delle accurate indagini o, eventualmente, durante un eventuale processo.

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