Sovramonte, malore mortale mentre falcia il prato

Inutili i tentativi di rianimarlo e l’arrivo dell’elicottero a Col dei Mich. La moglie portata sotto choc in ospedale

SOVRAMONTE. Era andato a falciare l’erba dal giardino di sua cognata a Col dei Mich con il tosaerba che si portava appresso, ieri in mattinata. La congiunta, vedendolo affaticato, gli aveva detto di fermarsi, di lasciar perdere e di finire in un secondo momento. Ma Danilo Antoniol, 68 anni, ispettore Usl in pensione, aveva preferito continuare e ha completato l’opera prima di accasciarsi, colto da malore.

A nulla sono valsi i tentativi di praticare la rianimazione cardiopolmonare che ha impegnato tre uomini: il padre di un ragazzino del ritrovo scout che si trova a poche centinaia di metri dalla casa e due infermieri in pensione. A turno hanno continuato fino a quando non è atterrato l’elicottero del Suem quasi in contemporanea all’ambulanza del Suem. Ai soccorritori non è rimasto che constatare il decesso. La moglie di Danilo Antoniol, chiamata dai parenti, è giunta a casa della sorella, dove si è sentita male nell’apprendere della tragedia: in stato di choc è stata portata d’urgenza in ospedale a Feltre.

Antoniol, con la moglie Liliana, risiedeva a Feltre, ma la coppia aveva conservato la casa a Zorzoi, paese di origine di entrambi, dove si recava molto spesso.

Era stato consigliere comunale, Danilo Antoniol classe 1948, nell’amministrazione guidata da Gimbattista Dalla Corte, e aveva lavorato per il dipartimento di prevenzione dell’Usl 2 come tecnico della prevenzione, fino al pensionamento che risale a una decina di anni fa.

A Zorzoi era una persona conosciutissima e stimata, sempre pronta a dare una mano alle iniziative di volontariato, sempre amichevole e disponibile. Come “amico degli alpini” era iscritto al gruppo Ana di Zorzoi, guidato dal capogruppo Patrick Antoniol, che lo ricorda: «Abitava a Feltre ma era sempre presente quando c’era da fare. Era una persona molto di compagnia, facevamo volentieri quattro chiacchiere assieme».

«Era una persona sempre disponibile, se poteva aiutare lo faceva senza condizioni. Lo conoscevo da una vita e molto bene», dice Walter Paludetto costernato dalla morte prematura di Danilo Antoniol con cui andava in montagna per sfidare anche le quote più alte.

«Lo avevo visto appena un paio di giorni fa, in buona forma, nessuno avrebbe pensato che potesse succedergli quello che gli è successo. E proprio l’altro giorno, parlando di Antoniol con un suo collega del dipartimento di prevenzione, era venuto fuori il ritratto più vivo di Danilo. Che era persona sempre accomodante sul lavoro, non creava dissapori né conflitti. Ma non si risparmiava qualche battuta piccata, con toni fra il serio e il faceto, che delle volte spiazzavano l’interlocutore».

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