Sovramonte, senza aiuti retta da capogiro alla Rsa

Il sindaco Dalla Torre: «Mi auguro che la risposta arrivi in tempi ragionevoli» Senza quote regionali nella casa di riposo per disabili si pagano 3 mila euro

SOVRAMONTE. Fatta e inaugurata la casa, per aprirla ai bisogni degli utenti, è necessario attendere dalla regione l'accreditamento. Per la Rsa di Sovramonte, inaugurata il mese scorso, si resta in attesa della conferma sulle quote di rilievo sanitario che eroga la Regione. Perché fino a quando non saranno riconosciute le quote per i posti letto attivati, gli ospiti che dovessero entrare prima si troverebbero a pagare sia la quota sanitaria che quella alberghiera. Per un costo che supera i tremila euro e che sarebbe sostenibile solo per i cosiddetti pensionati d'oro.

«La richiesta di accreditamento è stata inoltrata in Regione a metà del mese di dicembre 2016», dice il sindaco Federico Dalla Torre. «Mi auguro che la risposta arrivi in tempi ragionevolmente brevi, anche perché il bisogno di un ambiente residenziale protetto per chi ha gravi problemi di disabilità è elevato, a fronte di un'offerta territoriale di posti letto che è esaurita. Questo è stato il motivo per cui la conferenza dei sindaci e l'Usl hanno inserito nel piano di zona questa struttura specifica, che sarà gestita a standard, e la Regione ha varato e reso esecutivo il progetto. Bastano solo le quote sanitarie per cominciare ad accogliere i futuri ospiti».

La struttura, nata come casa di riposo per anziani in condizioni di autosufficienza, è stata riconvertita in residenza sanitaria ad alta intensità assistenziale per disabili gravi e gravissimi, l'unica con queste caratteristiche specifiche per l'intero territorio dell'Usl 2. Il comune, a metà dello scorso anno, aveva chiesto la riconversione della struttura, candidando la stessa come prima e unica Rsa nel feltrino per persone disabili, persone allettate e affette da malattie progressive e invalidanti.

E in questa nuova veste è stata inserita nel piano di zona del 2016. Per la riconversione si è dovuto ridurre il numero di posti letto, da trenta a ventidue, anche per poter adeguare la struttura agli standard richiesti per la tipologia dell'utenza.

La struttura è stata poi dotata di tutte le attrezzature necessarie, prima fra tutte la palestrina. La residenza dunque è nuova, arredata con i criteri di funzionalità e comfort ed è dotata di sistemi per la mobilizzazione degli ospiti, quindi già risponde ai requisiti richiesti per la disabilità. Per la gestione, il Comune si è affidato all'Ipab Casa Charitas di Lamon.

Laura Milano

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