Spaccata una scultura di Munaro. L'artista: «Vergogna»
BELLUNO. Sfasciata una scultura. L’opera di Vincenzo Munaro era alloggiata da qualche settimana nell’androne del teatro Comunale ed è stata vittima di un atto di vandalismo. Nella notte tra sabato e domenica, qualcuno ha divelto e buttato a terra “Dalle Dolomiti a Grado”, rovinandola senza speranza. Ieri mattina il messaggio con la foto di un amico ha buttato giù dal letto l’artista alpagoto trapiantato in riva al Friuli, rovinandogli la giornata. La Fondazione Teatri ha pronta una soluzione: una telecamera, buona anche a dare un’occhiata ai ragazzi, che hanno l’abitudine di bivaccare davanti alle porte del teatro, aspettando l’autobus o anche la sera.
Non è la prima volta che Munaro, autore anche del San Martino che guarda piazza dei Martiri, subisce un danneggiamento: «È un vergogna e sono veramente arrabbiato per quello che è successo», protesta Munaro, «mi era già capitato con due statue a Conegliano, ma non pensavo che qui si potesse arrivare a tanto. Andrò fino in fondo: vorrei vedere in faccia chi ha fatto un gesto così grave e spero che il sindaco Massaro prenda provvedimenti su una città che non è così vivibile come si vorrebbe».
La scultura era in partenza per una mostra a Cortina, dopo essere stata apprezzata in città, nel periodo di San Martino: «Era la prima che avevo realizzato per questa serie di esposizioni: questa in gesso non è più utilizzabile, ma sto pensando di farne una fusione in bronzo, di conseguenza tornerà a vivere, anche se con un’altra sostanza. Quella rotta pesava circa un quintale e mezzo e devono esserci volute delle braccia robuste, per sollevarla dal basamento e scaraventarla sul pavimento. L’avevo imbragata, per portarla via, ma non ho fatto in tempo e sono davvero amareggiato».
Era momentaneamente ospite della Fondazione Teatri, che si era permessa di avvertire l’autore: «Ci sono stati diversi solleciti a spostarla, nel corso di alcune settimane», osserva il presidente Renzo Poloni, «ma purtroppo non siamo stati ascoltati. Naturale che mi dispiaccia, allo stesso tempo sono consapevole che una cosa del genere potesse succedere, visto tutto il tempo che è passato. Noi ci siamo già mossi e stiamo pensando d’installare una telecamera collegata con il Comando dei vigili urbani. Dovrebbero bastare poche centinaia di euro per limitare, se non risolvere, una questione che ci preoccupa. Vediamo ogni giorno questi ragazzi in attesa, oltre tutto davanti al teatro c’è anche la fermata dei taxi collettivi, che ne riaccompagnano alcuni a casa dopo la serata. Forse sarebbe il caso di spostare da un’altra parte questa sosta».
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