Spaccatura nella rsu Fiom alla Pandolfo «Ora elezioni»
LENTIAI. Bufera nella rsu della Fiom Cgil alla Pandolfo di Lentiai. Nei giorni scorsi, infatti, uno dei due rappresentanti della Fiom Cgil, unico sindacato da sempre presente all’interno della fabbrica, si è dimesso, disdettando anche la tessera della Fiom. A questo punto si potrebbero prospettare nuove elezioni. L’attuale Rsu era stata eletta nel dicembre 2015. In base al numero dei lavoratori (che non superano i 300), in verità, dovevano essere tre i rappresentanti sindacali, ma alla fine ne erano stati eletti soltanto due, tra cui Mirco Fascetti che ora ha rassegnato le dimissioni dalla Fiom per passare alla Uilm. «Non c’erano più le condizioni per operare per incomprensioni e diversità di vedute», spiega l’ex rsu, che era già al secondo mandato. «Me ne sono andato dal sindacato, ma non voglio lasciare soli i lavoratori per cui ho deciso di iscrivermi alla Uilm. A questo punto, a mio parere, la rsu non è più rappresentativa».
La legge di rappresentanza prevede che quando, per qualsiasi motivo, se ne va il 50%+1 delle rsu, si deve passare a nuove elezioni. In realtà il 50%+1 non c’è in questo caso, perché due erano i rappresentanti e se n’è andato uno solo. Avrebbero dovuto, però, essere tre e per questo, per la Uilm la situazione attuale potrebbe rientrare nelle condizioni per andare alle elezioni. «Credo sia arrivato il momento di aprire una fase nuova in una fabbrica che è cresciuta molto in due anni e che intende investire 4 milioni di euro il prossimo anno, ribadendo così l’intenzione di tenere qui la produzione».
A parlare di un problema di rappresentanza interviene anche Luciano Zaurito, segretario della Uilm Uil, che da questa incomprensione all’interno della rsu della Fiom potrebbe vedere sbucare, per la prima volta, un rappresentante anche per la sua sigla in Pandolfo. «C’è un problema di rappresentanza visto che comunque si è dimesso il lavoratore che aveva preso più voti. Ora potrebbe decidere di lasciare anche l’unica rsu rimasta, che non rappresenta più, come è evidente, tutti i lavoratori».
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