Spacciarono droga, chiesti oltre quattro anni

Ieri la discussione nel processo a carico di cinque giovani accusati di detenzione e vendita di sostanze
BELLUNO. Quattro anni e sette mesi di reclusione e 17.600 euro: queste le richieste complessive del pubblico ministero nei confronti dei cinque giovani a processo per un giro di spaccio nella Valbelluna. Gli imputati sono accusati di aver ceduto hashish e marijuana anche a scuola.


Volge a conclusione il procedimento a carico di Simone Ongaro (24 anni), Enrico Rizza (22 anni), Alan Battiston (24 anni), Angelo Esposito (24 anni) e Vilson Mackaj (23 anni), accusati di cessione di stupefacenti. Il primo è difeso dal legale Jenny Fioraso, il secondo da Gianluca Nicolai, gli altri da Marinella Pasin.


I fatti si riferiscono agli anni 2012 e 2013 e all’operazione dei carabinieri che aveva portato a scoprire questo vasto giro di spaccio tra Santa Giustina, Sedico, Mel e Belluno e in alcune scuole superiori del capoluogo.


Ieri il tribunale collegiale, formato dai giudici Antonella Coniglio, Elisabetta Scolozzi e Cristina Cittolin ha ascoltato l’ultimo testimone. Il 21enne ha descritto le serate a casa di Ongaro dove «si fumava “erba” e si stava in compagnia e dove potevano avvenire delle cessioni a titolo gratuito».


Alla fine della testimonianza sono iniziate le discussioni. Il pm Roberta Gallego ha parlato di «un flusso di ragazzi anomalo e intenso a casa di Ongaro, ragazzi che usavano una scala a pioli esterna per accedere all’appartamento del giovane, dove si trovavano per consumare sostanze stupefacenti». Tramite un servizio di osservazione, controllo e pedinamento, anche con intercettazioni, si sono potuti individuare i frequentatori di casa Ongaro, definita dal pm una sorta di “comfort zone” per gli assuntori di sostanze. Gallego ha anche evidenziato come i ragazzi usassero tra di loro un linguaggio in codice per darsi l’appuntamento per gli acquisti in parchi e stazioni ferroviarie. L’ha definito un fenomeno di «microspaccio» con piccoli acquisti dai 10 ai 15 euro. Il pm ha preso poi in esame le dichiarazioni dei singoli testimoni, sottolineando le varie contraddizioni e ricordando che due di loro rischiano anche l’accusa di falsa testimonianza. Alla fine ha chiesto per Simone Ongaro, «per cui si è appurata la quantità ceduta e il comprovato sistemico uso della casa per cessione e detenzione di droga», la condanna a due anni di reclusione e una multa di 5 mila euro; a seguire ha chiesto 11 mesi e 3.400 euro per Vilson Mackaj in continuazione anche con un’altra condanna che sta scontando; otto mesi e 3.200 euro di multa per Angelo Esposito; sei mesi e 3 mila euro di multa per Rizza e Battiston.


Vorrebbe l’assoluzione per Ongaro il suo difensore Fioraso, che ha puntato l’attenzione sul fatto che «non ci sarebbero state dichiarazioni convergenti da parte dei testi su singoli episodi di cessione di sostanze imputabili al mio cliente», sottolineando che «i mega spacciatori erano altri e che il suo cliente è senza precedenti, giovane, con una situazione personale complicata. Ongaro non ha subito sequestri di droga nella sua abitazione né gli è stato trovato alcuno strumento abituale per chi spaccia». Ha poi ricordato come non sia stato provato che la casa del suo assistito sia stata usata come luogo abituale di cessione, visto che i testimoni parlano di incontri nei parchi e nelle stazioni.


Assoluzione ha chiesto anche l’avvocato Nicolai per Rizza, a cui si contesta un’unica cessione, tra l’altro messa in dubbio dallo stesso testimone che all’inizio lo incastrava.


Infine, anche l’avvocato Pasini ha chiesto ai giudici di assolvere i suoi tre clienti: Battiston accusato di una cessione, Esposito di due e Mackaj di diverse. «I loro accusatori», ha detto l’avvocato, «sono loro stessi assuntori e cedenti».


Si tornerà in aula mercoledì per le eventuali repliche e quindi probabilmente per la sentenza.


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