Spaccio di droga a Belluno: quattro indagati
BELLUNO. Cocaina e marijuana in città. Un mercato stroncato dalle indagini dei carabinieri. Quattro gli indagati, di cui uno già rinviato a giudizio (sarà a processo in abbreviato a giugno): due spacciatori principali e altrettanti clienti, che hanno cominciato a loro volta a cedere le sostanze stupefacenti.
Le posizioni più pesanti sono quelle degli albanesi Besjan Jella e Fredjan Turja, accusati di aver detenuto, trasportato e spacciato diversi etti di droga al mese, tra il dicembre 2014 e il giugno dell’anno scorso. Secondo la procura della Repubblica, vendevano dosi di coca a un prezzo che andava dai 60 agli 80 euro al grammo. Avevano una clientela affezionata e potevano anche consegnare a domicilio, come nel caso di una persona, che avrebbe acquistato tra le quindici e le venti volte per un costo totale sui tremila euro.
Jella è difeso dall’avvocato trevigiano Serpico, che non ha aderito allo sciopero della categoria e, dunque, è stato rinviato a giudizio. Il legale aveva chiesto un rito abbreviato condizionato, che però non è stato concesso dal giudice per le udienze preliminari Sgubbi. L’abbreviato sarà semplice e verrà celebrato il 9 giugno. I difensori di Turja, il bellunese Giorgio Gasperin e il pordenonese Magaraci, hanno invece aderito all’astensione, rimediando un rinvio per lo stesso giorno. Sempre Jella è accusato di aver venduto cocaina per più di un etto, suddivisa in ovuli di stagnola per un valore di più di 10 mila euro a tre bellunesi, a Gaiarine, in provincia di Treviso. Ne aveva un altro etto destinato alla cessione, difficilmente a un uso personale.
Mentre Turja avrebbe passato un chilo di hashish e uno di marijuana a Mauro Girardo, il quale avrebbe provveduto a venderne almeno due etti a persone, che non sono state identificate. L’altro bellunese coinvolto nell’inchiesta è Roberto Dal Borgo, che è indagato non solo per detenzione e spaccio, ma anche per intralcio alla giustizia. Per la prima ipotesi di reato, l’accusa è quella di aver comprato cocaina dai due cittadini albanesi, per cederla a un assuntore in particolare, ma anche ad altre persone, che per il momento non hanno nome e cognome. Mentre per la seconda avrebbe rivelato ai fornitori che i carabinieri li stavano indagando, sulla base del fatto che due assuntori erano stati ascoltati in caserma. In questo modo, li avrebbe aiutati a eludere le indagini, che comunque sono arrivate fino in fondo.
Dal Borgo è a sua volta difeso da Gasperin e Girardo da Montoneri. I due avvocati si sono astenuti, di conseguenza anche per questi due indagati è scattato un rinvio ai primi di giugno per una nuova udienza preliminare. In caso di rinvio a giudizio, è probabile la scelta di un abbreviato.
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