Spaccio di droga a Belluno: quattro indagati

Due albanesi e altrettanti bellunesi sono accusati di aver detenuto e spacciato notevoli quantità di cocaina e marijuana
20091105 - ROMA - HUM - DROGA: 13 MLN EUROPEI HANNO PROVATO COCAINA, ITALIA IN TOP 5. Una consumatrice di cocaina in una foto d'archivio del 29 luglio 2009. Oltre 13 milioni di europei adulti hanno provato cocaina nella loro vita. Di questi, 7,5 milioni sono giovani (15-34 anni), tre milioni dei quali l'hanno usata negli ultimi 12 mesi. Sono i dati del Rapporto 2009 dell'Osservatorio europeo sulle droghe presentato a Bruxelles, oggi 5 novembre 2009. In aumento anche il numero di sequestri di cocaina (92 mila nel 2007 contro 84 mila nel 2006). ANSA/ GUIDO MONTANI / i52/ DBA La polvere bianca e' ormai diffusa in tutti gli ambienti sociali e sta trovando crescente consenso tra i giovani
20091105 - ROMA - HUM - DROGA: 13 MLN EUROPEI HANNO PROVATO COCAINA, ITALIA IN TOP 5. Una consumatrice di cocaina in una foto d'archivio del 29 luglio 2009. Oltre 13 milioni di europei adulti hanno provato cocaina nella loro vita. Di questi, 7,5 milioni sono giovani (15-34 anni), tre milioni dei quali l'hanno usata negli ultimi 12 mesi. Sono i dati del Rapporto 2009 dell'Osservatorio europeo sulle droghe presentato a Bruxelles, oggi 5 novembre 2009. In aumento anche il numero di sequestri di cocaina (92 mila nel 2007 contro 84 mila nel 2006). ANSA/ GUIDO MONTANI / i52/ DBA La polvere bianca e' ormai diffusa in tutti gli ambienti sociali e sta trovando crescente consenso tra i giovani

BELLUNO. Cocaina e marijuana in città. Un mercato stroncato dalle indagini dei carabinieri. Quattro gli indagati, di cui uno già rinviato a giudizio (sarà a processo in abbreviato a giugno): due spacciatori principali e altrettanti clienti, che hanno cominciato a loro volta a cedere le sostanze stupefacenti.

Le posizioni più pesanti sono quelle degli albanesi Besjan Jella e Fredjan Turja, accusati di aver detenuto, trasportato e spacciato diversi etti di droga al mese, tra il dicembre 2014 e il giugno dell’anno scorso. Secondo la procura della Repubblica, vendevano dosi di coca a un prezzo che andava dai 60 agli 80 euro al grammo. Avevano una clientela affezionata e potevano anche consegnare a domicilio, come nel caso di una persona, che avrebbe acquistato tra le quindici e le venti volte per un costo totale sui tremila euro.

Jella è difeso dall’avvocato trevigiano Serpico, che non ha aderito allo sciopero della categoria e, dunque, è stato rinviato a giudizio. Il legale aveva chiesto un rito abbreviato condizionato, che però non è stato concesso dal giudice per le udienze preliminari Sgubbi. L’abbreviato sarà semplice e verrà celebrato il 9 giugno. I difensori di Turja, il bellunese Giorgio Gasperin e il pordenonese Magaraci, hanno invece aderito all’astensione, rimediando un rinvio per lo stesso giorno. Sempre Jella è accusato di aver venduto cocaina per più di un etto, suddivisa in ovuli di stagnola per un valore di più di 10 mila euro a tre bellunesi, a Gaiarine, in provincia di Treviso. Ne aveva un altro etto destinato alla cessione, difficilmente a un uso personale.

Mentre Turja avrebbe passato un chilo di hashish e uno di marijuana a Mauro Girardo, il quale avrebbe provveduto a venderne almeno due etti a persone, che non sono state identificate. L’altro bellunese coinvolto nell’inchiesta è Roberto Dal Borgo, che è indagato non solo per detenzione e spaccio, ma anche per intralcio alla giustizia. Per la prima ipotesi di reato, l’accusa è quella di aver comprato cocaina dai due cittadini albanesi, per cederla a un assuntore in particolare, ma anche ad altre persone, che per il momento non hanno nome e cognome. Mentre per la seconda avrebbe rivelato ai fornitori che i carabinieri li stavano indagando, sulla base del fatto che due assuntori erano stati ascoltati in caserma. In questo modo, li avrebbe aiutati a eludere le indagini, che comunque sono arrivate fino in fondo.

Dal Borgo è a sua volta difeso da Gasperin e Girardo da Montoneri. I due avvocati si sono astenuti, di conseguenza anche per questi due indagati è scattato un rinvio ai primi di giugno per una nuova udienza preliminare. In caso di rinvio a giudizio, è probabile la scelta di un abbreviato.

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