Spaccio di droga, arresti e sequestri nella Belluno “insospettabile”
Sette ordinanze eseguite dal nucleo investigativo carabinieri. La cessione avveniva anche a minori e davanti alle scuole
Operazione antidroga, blitz al casello dell'autostrada Belluno-Venezia
BELLUNO. Spacciavano davanti alle scuole e anche a ragazzi minorenni: marijuana, hashish ma pure cocaina e ketamina erano nelle disponibilità degli spacciatori, tutti bellunesi o residenti in provincia. Ragazzi, lavoratori, impiegati e operai che avevano la loro “piazza” costruita in città.
Ieri i carabinieri del nucleo investigativo del comando di Belluno hanno eseguito sette ordinanze di custodia cautelare chieste dal pm Sartorello e firmate dal Gip: tre persone sono state arrestate, una quarta è agli arresti domiciliari. Altre tre hanno un obbligo di dimora nel comune di residenza e l’obbligo di rimanere al domicilio dalle 19 alle 7, e di presentarsi alla polizia giudiziaria.
Uno dei destinatari dell’obbligo di dimora è però finito in carcere: quando ieri i carabinieri sono andati a notificargli l’ordinanza, hanno trovato droga in casa e attrezzatura adatta a trattarla, quindi è scattato l’arresto e si sono aperte le porte del carcere.
Ma il bilancio dell’operazione è in realtà di 12 persone arrestate, di cui 7 in flagranza e cinque con ordinanza di custodia: gli sviluppi di ieri mettono infatti le radici in altri precedenti arresti e in indagini da due anni a questa parte in contrasto allo spaccio.
Sono poi 48 le persone denunciate all’autorità giudiziaria, di queste una trentina gli indagati; quattro le persone segnalate alla prefettura in qualità di assuntori.
Sono oltre cento gli assuntori identificati: tra questi una decina quelli sotto i 18 anni.
L’operazione “Action 2017” ha visto all’opera le pattuglie dell’Arma fin dal mattino di ieri: il nucleo investigativo dei carabinieri diretto dal maggiore Marco Stabile ha eseguito le ordinanze di custodia sotto il coordinamento della procura, con il pubblico ministero Paolo Sartorello.
Sequestrato stupefacente di ogni tipo: cocaina, ma soprattutto piante e coltivazioni di marijuana, poi la ketamina. La droga nella quale si sono imbattuti gli inquirenti, è la più disparata: dall’hashish alla coca, passando per marijuana, ketamina liquida e in polvere: questo tipo di stupefacente viaggiava spesso in bottigliette d’acqua da mezzo litro, proprio per eludere eventuali controlli. Poi una volta arrivata a destinazione, veniva trattata.
Le persone coinvolte sono tutte accusate di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti: nei loro confronti non è stata contestata l’ipotesi di reato di associazione, in quanto se è vero che esisteva una rete di spacciatori al dettaglio che presidiava le scuole e se è altrettanto vero che i vari soggetti si conoscevano, non è emerso che fossero organizzati al punto da costituire una vera e propria associazione.
La piazza di smercio era la città: i consumatori spesso erano studenti, una rete molto larga di assuntori; il monte affari non è stato ancora quantificato dalle indagini.
Davanti alle scuole c’erano i “galoppini”, le persone che facevano riferimento ai fornitori e che si preoccupavano di tenere la rete della clientela dei ragazzi consumatori.
I carabinieri avevano iniziato a indagare nel 2016, da quando a Mestre fu arrestata una ragazza bellunese che aveva droga a disposizione. Si iniziò così a capire il giro in provincia degli acquirenti.
Tra le tappe più importanti dell’inchiesta, il blitz al casello dell’A27 a Cadola a ottobre del 2017: l’Audi con quattro ragazzi a bordo fu fermata al momento del pagamento del pedaggio in uscita per Belluno. E fu trovata la ketamina. Poi le intercettazioni: le cimici nelle vetture fruttavano di più delle intercettazioni telefoniche: i presunti spacciatori erano sempre più abbottonati rispetto agli abitacoli delle auto con cui raggiungevano Padova, Treviso e Venezia per i propri approvviggionamenti. —
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi
Video