Sparatoria di Mel e stalking le difese partono all’attacco

Una lunga serie di eccezioni degli avvocati fanno slittare l’avvio del processo Parti civili costituite la famiglia di Maicol Zanella e il proprietario della macchina



Un’eccezione dietro l’altra. Una sparatoria di questioni preliminari. E così il processo a Claudio Pietrobon e Renato Carpene, per le ipotesi di reato che vanno dalla minaccia aggravata, al danneggiamento, al porto illegale di arma e allo stalking, non è nemmeno cominciato. Il giudice Feletto ha deciso su alcune richieste del difensore di Carpene, Monica Barzon, e si è riservata per altre.

In ogni caso, si tornerà in aula giovedì 31 per trovare tutte le soluzioni nei codici, aprire il dibattimento e stabilire le date delle udienze successive.

La vicenda è quella dei colpi di pistola contro un’auto parcheggiata a Villa di Villa e degli atti persecutori contestati a Carpene nei confronti di Maicol Zanella, la ragazza che lavorava nel suo studio di odontotecnico ed è stata trovata senza vita nella sua casa il 26 gennaio di due anni fa. Una morte naturale dovuta a infarto per una malformazione congenita al cuore.

Secondo Barzon non si è trattato di stalking e, comunque, è stata presentata una denuncia contro ignoti e non una querela, che non è necessaria solo in certi casi. Ci potrebbe essere l’improcedibilità, ma sentito il pm Tricoli e il difensore di parte civile Fogliato, il giudice l’ha respinta. Si è discusso anche sulla perizia chiesta dalla Procura sui file audio di Zanella contenuti in una chiavetta Usb e in un registratore Philips e sulla fonte confidenziale, che dopo una prima richiesta di archiviazione aveva permesso alla Procura di riaprire il fascicolo e portare a processo Pietrobon. Su tutto questo, c’è la riserva del giudice.

La vicenda è quella dei colpi calibro 7.65 sparati nella notte del 29 dicembre sulla carrozzeria del suv Chevrolet grigio parcheggiata nella frazione zumellese di Villa di Vila e di proprietà di Roberto Tessaro, il gestore di una pompa di benzina insieme alla compagna Silvia Vanin, nella quale Maicol Zanella aveva lavorato prima di trasferirsi a Trichiana nello studio di Carpene. Secondo la Procura, il mandante è quest’ultimo, mentre Pietrobon è l’esecutore materiale, anche in virtù dei suoi precedenti penali. Quanto al movente, è stato individuato dagli investigatori nella gelosia da parte dell’ultimo datore di lavoro della ragazza nei confronti del precedente.

Poi ci sarebbero gli atti persecutori di Carpene a Zanella, che secondo la difesa non hanno alcun collegamento con i colpi di pistola. Pietrobon è difeso da Erminio e Valentina Mazzucco e risulta detenuto nel carcere di Verona, dopo un periodo in Albania e a Viterbo; Carpene anche da Mauro Gasperin. Oltre alla famiglia di Zanella (presente tra il pubblico), si è costituito parte civile anche Tessaro con l’avvocato Perco. Appuntamento al 31 gennaio, quando si potrà aprire il processo, una volta sciolte tutte le questioni. Una trentina i testimoni. —

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