Spari contro un’auto: giallo a Candaten

La Fiat Idea è stata ritrovata con il lunotto infranto e colpita da tre proiettili. È intestata a un mestrino che non si trova
SEDICO. Auto sforacchiata a colpi di pistola: è stata ritrovata nella zona di Candaten, nell’area del Parco Dolomiti dalla quale partono alcuni sentieri escursionistici e anche quello per il rifugio Bianchet. È giallo attorno alla Fiat Idea grigia intestata a un mestrino di 50 anni, Gabriele Balestra: di lui non c’è traccia, non risponde al telefonino e neanche in casa a Mestre i carabinieri l’hanno trovato. Abita da solo in città e i suoi vicini hanno spiegato che sta via anche per giorni interi.


Dell’utilitaria, ieri mattina intorno alle 10.30, si sono accorti alcuni carabinieri forestali che hanno la loro sede proprio a Candaten. La vettura aveva il lunotto posteriore infranto e due fori nitidi sulla carrozzeria, sparati contro il portellone del baule. Sul lunotto, dove manca un pezzo di vetro e il resto è infranto, si vede una parte del punto di penetrazione di quello che per gli inquirenti è un terzo proiettile. La scena rende una immagine di violenza per la quale però non c’è altro riscontro nella Idea. Nell’abitacolo, come nell’ambiente circostante, non sono infatti state repertate tracce di sangue o segni che facciano pensare a colluttazioni, violenza. Come se la Idea fosse stata parcheggiata tranquillamente nello spiazzo che dà accesso alle vie del Parco, regolarmente chiusa a chiave, e poi “qualcuno” l’abbia presa a pistolettate.


Perchè, i carabinieri una certezza in questo mistero ce l’hanno: l’arma usata non è un fucile, men che meno un fucile da caccia: i fori rilevati sarebbero sì da arma da fuoco, ma di pistola.


Tre i colpi sparati ma si attende l’esito di ulteriori accertamenti: i bossoli non sono stati rinvenuti, e anche dei proiettili non ci sarebbe traccia, ma di solito la parte in piombo si sgretola e il resto si conficca dove meno si pensa. I buchi sul portellone sono nitidi e non “sporchi” dall’effetto di colpi ravvicinati.


In questi giorni si effettueranno ulteriori controlli, anche con i reparti scientifici per il rilievo di impronte e quant’altro. L’auto è stata sequestrata con tutto quel che c’era dentro. Materiale, abbigliamento per andare in montagna: un paio di scarponi e altri capi, questo i militari hanno reperito. Come se il suo conducente fosse partito in abiti normali per contando di cambiarsi prima di iniziare una sua escursione in montagna.


La Fiat era stata parcheggiata nel piazzale di sosta al km 15+700 della Regionale Agordina, in Comune di Sedico.


Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Simone Marcon, sono affidate al nucleo radiomobile della Compagnia carabinieri di Feltre, diretto dal luogotenente Alberto Cominelli, e al reparto investigativo della Compagnia carabinieri di Belluno diretto dal maggiore Marco Stabile. Ieri i militari ha condotto un lungo sopralluogo, anche con il capitano della Compagnia feltrina Angelo La Chimia. Gli investigatori hanno potuto stabilire che l’auto, trovata alle 10.30 con il vetro infranto, era stata parcheggiata nello spiazzo non prima delle 9: qualcuno ha spiegato loro di non averla notata prima. Chi la conduceva è arrivato a quell’ora. Poi è sparito. Il rifugio Bianchet, in quota, è chiuso e probabilmente se i tentativi notturni di rintraccio da parte dei carabinieri non andassero a buon fine, oggi sarà chiamato all’opera il Soccorso alpino per le ricerche via terra. Varie le ipotesi che sono al vaglio. Difficile che sia stato un cacciatore a ridurre l’Idea in quel modo, poi la zona è area protetta e di caccia non se ne parla. Un avvertimento è una bravata? Gli accertamenti ruotano attorno al suo proprietario, alla sua vita: a ieri notte non c’era traccia del 50enne, a Mestre come nel Bellunese.


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