Sparita da due settimane, ricerche lungo l’Alta Via
ALPAGO. La sua auto, una Volkswagen Polo grigio chiaro, è ferma da due settimane nel parcheggio del rifugio Dolada, a Pieve d’Alpago. Il suo cellulare è stato ritrovato giovedì da alcuni escursionisti lungo il sentiero a Forcella della Lastra, a circa un’ora e mezza di cammino dal rifugio. Ma della proprietaria di auto e telefonino, Janna Schneider di 39 anni di Münster, nel nord ovest della Germania, non c’è alcuna traccia.
Nemmeno le ricerche condotte nella mattinata di ieri dal Soccorso alpino dell’Alpago con l’ausilio dell’elicottero del Suem di Pieve di Cadore hanno dato esito. Il sopralluogo si è concentrato là dove è stato trovato il cellulare. Approfittando di una finestra nelle nuvole, l’elicottero ha sorvolato la zona e seguito la traccia del sentiero, per poi trasportare una squadra in cima a Forcella Lastra e la seconda verso il passo Valbona. Questo perché il gestore del Dolada ricordava un’escursionista che gli aveva chiesto informazioni sull’itinerario per raggiungere il ricovero naturale che si trova nelle vicinanze.
I soccorritori sono scesi dalla forcella scandagliando con attenzione anfratti e boschetti di pino mugo, oltre che i tratti alpinistici più impegnativi. Dalla grotta che ospita il ricovero, la seconda squadra è rientrata perlustrando il sentiero e i versanti. Nulla però è emerso dalle verifiche effettuate a monte e a valle della Forcella.
Questa mattina il Soccorso alpino dell’Alpago avvierà ufficialmente la ricerca dell’escursionista tedesca. I genitori della ragazza, contattati dalla polizia tedesca, hanno confermato che la figlia era partita per l’Italia con l’intenzione di percorrere l’Alta Via numero 7 dell’Alpago. Nelle prossime ore le fotografie della 39enne saranno mostrate ai gestori dei rifugi della zona e si cercherà la firma della donna sui libri di vetta e degli ospiti per definirne eventuali passaggi lungo l’alta via numero 7.
Non si sa dove la donna fosse diretta con precisione, né come fosse vestita. È alta 1 metro e 65. A segnalare ai carabinieri di Puos la presenza anomala della Polo nel parcheggio del rifugio era stato il gestore, alcuni giorni fa. Tramite la polizia di frontiera di Tarvisio si è risaliti alla proprietaria dell’auto, quindi al posto di lavoro e infine alla famiglia che ieri ha riconosciuto il cellulare della 39enne dalle foto. Nel corso della giornata anche i vigili del fuoco sono saliti in quota.
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