Sparita la bandiera di Mw, Verdi pronti alle denunce

Mountain Wilderness accusa i quadisti che la mostrano in un video su Facebook. Casanova: «Ci sono signori che ridono sguaiatamente col nostro vessillo»
FALCADE. La “bandiera di guerra” di Mountain Wilderness è stata conquistata dal “nemico”, i quadisti che l’hanno portata come un trofeo durante la corsa notturna sulle montagne di Falcade. Immaginarsi le polemiche che ne sono seguite e le denunce che pioveranno nei prossimi giorni.


MW, infatti, non intende perdonare l’affronto, soprattutto dopo aver visionato e fotografato ieri i percorsi compiuti dai “ragni”.


Ma andiamo con ordine. Moreno Tomaselli, anima del raduno dei quad, ha portato ieri gli appassionati in Val Gares per strade tranquille, anche se meno suggestive delle piste forestali percorse sabato sul Col Margherita.


Al popolo dei quad sono state aperte anche le porte del museo dedicato a papa Luciani, in piazza a Canale d’Agordo. Ma la giornata di ieri è stata contrassegnata anche dalle pesanti reazioni dei dirigenti MW alle “avventure” dei quadisti nella serata di sabato. Con una provocazione che ha lasciato interdetto il movimento ambientalista.


«I signori dei quad ci hanno rubato la bandiera verde, confezionata da una signora friulana e donata al movimento ancora vent’anni fa e l’hanno agitata come un trofeo di guerra» fa sapere Giancarlo Gazzola, portavoce del movimento ambientalista. Che siano stati i quadisti lo certifica su facebook uno di loro.


La bandiera, che era stata posizionata al parcheggio delle auto della Val Fredda, a significare il sito della manifestazione ambientalista di sabato mattina, è stata appesa all’antenna di un “ragno”, nel corso di una spedizione notturna.


«Nel filmato si vedono dei signori ridere sguaiatamente», evidenzia Luigi Casanova, presidente onorario di Mountain Wilderness «intorno al nostro vessillo, quasi a prendersi gioco dei numerosi ambientalisti che qualche ora prima erano riusciti a preservare la Val Fredda dall’assalto di questi “Attila”».


La bandiera era pregiata perché cucita a mano, veniva portata in tutte le manifestazioni, ogni anno anche in cima alla Marmolada; pertanto l’associazione ne chiede la restituzione. «Questo», aggiunge Casanova «dimostra la differenza di etica presente fra i due schieramenti che si sono contrapposti in questi giorni. Noi abbiamo obbedito anche a disposizioni che riteniamo prive di logica da parte delle autorità di pubblica sicurezza, come il divieto assurdo di adoperare il megafono. Loro, invece, sono usciti in notturna “arando” prati e boschi, come certificano i filmati, e per di più hanno sentito il bisogno di prendersi la nostra bandiera».


Gli ambientalisti, tra l’altro, vorrebbero sapere dalla questura e dai Comuni, se i cambiamenti di itinerario sono stati autorizzati e da chi. Infatti è in preparazione più di una denuncia. Abbondante la documentazione fotografica raccolta subito dopo i transiti sui prati e nei boschi; profonde le carreggiate lasciate da decine di quad. «Quando si manca di rispetto verso la natura ed i beni comuni», conclude Casanova «si manca di rispetto anche verso i beni privati. Non importa se si tratta solo di una bandiera».


Francesco Dal Mas


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