Spariti tutti i sassi di «Resistere» presi da due giovani

Protestano gli ideatori Fort e Lentini, ma le telecamere hanno inquadrato i volti degli autori e la targa dell’auto

BELLUNO. Hanno attraversato il centro storico di Belluno, caricandosi nel baule dell’auto almeno 10 quintali di sassi. Ieri tra angoli, piazze e vie del centro cittadino non c’era quasi più traccia dei 1.001 sassi che erano stati posizionati dagli ideatori del progetto artistico “Resistere per Ri/esistere”, in occasione del 25 aprile. Ad accorgersi che i sassi erano spariti anche l’assessore alla Cultura del Comune di Belluno Claudia Alpago Novello, che ha segnalato la cosa alla Polizia municipale.

«Abbiamo controllato i filmati delle telecamere del centro storico», spiega il comandante Gustavo Dalla Ca’. «L’automobile è entrata in piazza dei Martiri all’una e 41 minuti. Ha attraversato la piazza ed è passata sotto Porta Dojona all’una e 52. A quel punto sono scese due persone, rimaste in piazza delle Erbe fino alle 2 e passate poi in piazza Duomo. Da lì sono ripartite per poi ritornare davanti alla Prefettura verso le 2.12-2.15. Man mano che passavano, scendevano e caricavano nel baule i sassi».

Si tratterebbe di due persone giovani. «Dalle immagini si vedono abbastanza bene volti e targa della macchina», hanno detto Dalla Ca’ e il sindaco Jacopo Massaro. «Ora procederemo all’identificazione». «Riflettendoci bene», ha aggiunto Massaro. «Dietro questo gesto è difficile che non ci sia una motivazione di tipo “politico”. Certo è che, se è stato compiuto con il fine di rinnegare i valori del 25 aprile, si tratta di un’azione molto grave e deprecabile. E significa che siamo rimasti fermi a decenni fa. Un paese che non sa metabolizzare la propria storia e il proprio passato è destinato a rimanere fermo e non può costruire il futuro».

“Resistere per Ri/esistere” era stato infatti pensato da Alfonso Lentini e Aurelio Fort proprio per celebrare il concetto della “resistenza”, sia nel suo significato storico e al collegamento con le fasi della Liberazione, sia nel suo valore universale, di forza che pervade l’esistenza di ognuno.

Su ogni sasso era impresso lo slogan dell’iniziativa (“Resistere per Ri/esistere”, appunto), ma anche firma e impronta di chi aveva deciso di aderirvi (le adesioni erano arrivate da tutta Italia e da tutti i continenti). «Evidentemente a qualcuno la parola “resistenza” (insieme ai valori di cui è portatrice) dà ancora tanto fastidio da provocare azioni vili e sconsiderate», hanno comunicato Lentini e Fort non appena saputo l’accaduto. «L’installazione avrebbe dovuto rimanere sino al 28 aprile (anche se era stata data l’indicazione, a chi avesse voluto, di prelevare qualcuno dei sassi per dislocarlo, moltiplicandone il messaggio)», dicono ancora. «Nel giro di una notte, invece, quasi tutti i sassi sono stati rimossi da qualcuno che ha agito nell’anonimato con l’intenzione di vanificare la nostra operazione artistica, non rendendosi conto che invece con il suo gesto non ha fatto altro che renderla più “visibile” rafforzandone il valore». E i due artisti definiscono il gesto «teppistico», un attacco alla «libertà di espressione». «Ma non siamo tanto noi come autori a sentirci offesi», chiosano. «Profondamente offesa è stata invece la città di Belluno, privata della possibilità di fruire di un evento artistico molto atteso e maturato in collaborazione con le istituzioni comunali e con significative associazioni culturali e sindacali del nostro territorio». A condividere che non si tratti di una semplice “bravata” è Dalla Ca’: «È un’azione organizzata e portata avanti “scientificamente”. Potrei condividere anch’io il pensiero dei due artisti: non c’è certo il movente economico, quei sassi avevano un valore simbolico». (m.r.)

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