Sparito il restauratore Federico Velluti, famiglia senza notizie da Santo Stefano
FELTRE. Ha lasciato la sua residenza, Castel Lusa, in un momento in cui la compagna era altrove e nessun altro lo ha visto partire. Pare abbia portato con sé poche cose per la sopravvivenza, anche un po’ di soldi, ma dal 26 dicembre di Federico Velluti, 76 anni, non si hanno più notizie. . L’allontanamento da Feltre del restauratore, scrittore e uomo di cultura noto in tutto il Bellunese e il Veneto è diventato di dominio pubblico solo ieri con una nota diramata dalla prefettura, a cui fa capo il coordinamento delle ricerche delle persone scomparsi.
La compagna Laura Tomesani e Oscar Passarella, che rappresentano la famiglia di Federico, hanno tenuto il massimo riserbo sulla vicenda, ma si sono rivolti ai carabinieri di Feltre ai quali hanno presentato denuncia di scomparsa.
«Ci siamo rifiutati di mettere in moto macchine mediatiche tipo “Chi l’ha visto” o di optare per altri sistemi per il ritrovamento», spiega Laura Tomesani, «e abbiamo trovato nel comando dei carabinieri di Feltre tanto garbo, solidarietà e vicinanza che ci hanno davvero consolato. Federico è persona straordinariamente sensibile, lui soffre per le sofferenze altrui al punto da esserne soverchiato. Ma vogliamo rispettare la sua scelta, qualunque essa sia o sia stata».
Velluti non ha con sé un telefono cellulare, non ne possiede uno, e non ha lasciato l’Italia su un aereo: i controlli dei transiti negli aeroporti hanno dato esito negativo. Ma dal 26 dicembre non ha mai dato notizie di sé ai familiari.
La scomparsa di Federico Velluti ha gettato nella costernazione gli amici, come Andrea Bona, architetto sul quale i Velluti ripongono da sempre grande stima. Ma ha creato anche una certa sorpresa da parte di chi mai si sarebbe immaginato una fuga dalla realtà, se così si può dire, proprio quando la realtà poteva quasi essere toccata con mano.
Cioè quando il patrimonio immobiliare dei Velluti (castel Lusa, villa Lusa di Arson e castelletto di Cossalter di Cesiomaggiore) affidato per il futuro alla comunità feltrina tramite la fondazione Il Melograno, aveva imboccato l’iter del progetto preliminare per la ristrutturazione conservativa.
Federico Dalla Torre, presidente dell’Unione montana feltrina, è tra quanti non si capacitano della vicenda: «Ho incontrato Federico, Laura e Oscar dieci giorni prima di Natale, mi hanno mostrato i primi due ambienti rimessi a nuovo con arredi e altro per farmi capire come si sarebbero trasformati conservativamente anche gli altri. Ed erano entusiasti, Federico in particolare mi era sembrato al settimo cielo». —
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