Sparò dalla finestra con i fucili rubati: quattro anni
Rocca Pietore. Condannato Luca Pescosta, dopo che il reato di rapina impropria è diventato furto in appartamento
ROCCA PIETORE. Spari dalla finestra con i fucili rubati: condannato a quattro anni di reclusione e 600 euro di multa in abbreviato Luca Pescosta, 32enne di Santa Maria delle Grazie. Era stato arrestato dai carabinieri la sera di Pasqua, dopo essere entrato nella casa di un vicino cacciatore, aver portato via tre armi con le relative munizioni ed essersi messo a sparare nove colpi in aria dalla propria abitazione.
Il pubblico ministero Sartorello aveva chiesto quattro anni e otto mesi e 4 mila euro di multa, ma il giudice per le udienze preliminari Scolozzi ha ascoltato la richiesta del difensore veneziano Lazzaro e derubricato il reato di rapina impropria in quello di furto in appartamento aggravato; di conseguenza, la pena è scesa.
Alla fine di una breve camera di consiglio, l’imputato è stato riaccompagnato agli arresti domiciliari dagli agenti della polizia penitenziaria. Non tornerà in carcere, ma continuerà a seguire il percorso di recupero già avviato in una struttura adeguata alle sue necessità.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri, verso le 22.30, alla fine della domenica di Pasqua, Pescosta si era impossessato di una scala a pioli custodita in un giardino, servendosene per raggiungere la finestra dell’abitazione di un vicino cacciatore, che non abita nella frazione, ma a poca distanza. Dopo aver forzato l’infisso con un oggetto appuntito, era riuscito a entrare e a mettersi alla ricerca di qualcosa da rubare.
Tutto questo era stato notato da un paesano che stava tornando a casa e che non solo aveva avvertito il cacciatore, ma si era anche messo ad aspettare l’arrivo dei rinforzi. Grande sorpresa, ma anche paura, quando si era trovato davanti il giovane che imbracciava un fucile e glielo stava puntando contro, invitandolo ad allontanarsi. L’arma era una parte della refurtiva, che comprendeva altri due fucili da caccia con le munizioni. I carabinieri erano arrivati in forze con gli uomini di Caprile, Arabba e San Vito, mentre l’indagato stava già esplodendo i primi colpi, dopo essersi barricato in casa e aver fatto scappare per la paura l’anziana madre.
I militari, dopo aver creato un perimetro di sicurezza, aveva fatto allontanare gli spaventati residenti. La seconda mossa era stata quella di telefonare a Pescosta, trovandolo tutto sommato collaborativo e disponibile a parlare. Un carabiniere del posto era riuscito a farlo ragionare, oltre che farlo recedere da possibili intenzioni suicide. Alla fine della conversazione l’uomo si era consegnato senza opporre alcuna esistenza.
Doveva rispondere di rapina impropria, minaccia aggravata, detenzione e porto abusivo d’armi ed esplosioni pericolose, ma il reato più importante è stato ridimensionato in furto in appartamento aggravato. Quattro anni invece che quattro anni e otto mesi.
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