Specificità bellunese La Regione promette di accelerare i tempi

Un forum della fondazione Colleselli per tirare le somme sulle forme di autonomia alla luce di leggi regionali e statali
Di Valentina Voi

BELLUNO. Una presidente ce l’ha. Un consiglio provinciale, anche. Lo statuto sta per arrivare. Ma la tanto decantata specificità ottenuta con la legge regionale 25 sembra ancora un miraggio per la Provincia di Belluno. Ma qualcosa si muove. Con un videomessaggio dell’assessore regionale agli Enti Locali Roberto Ciambetti proiettato ieri a Belluno in occasione del forum “La nuova Provincia montana alpina e l’autogoverno del Bellunese - ripartire con il piede giusto” la Regione si è impegnata pubblicamente ad «istituire a breve un tavolo operativo con la nuova amministrazione provinciale» per l’attuazione della specificità.

Tra leggi regionali e leggi statali il futuro della provincia montana è tutto da scrivere. Per fare chiarezza su prospettive e insidie derivanti dalla sovrapposizione delle due leggi la fondazione “Montagna ed Europa” Arnaldo Colleselli ha organizzato, con il patrocinio della Provincia di Belluno, un forum al centro Giovanni XXIII. A fare gli onori di casa per la fondazione il professor Gian Candido De Martin insieme alla presidente della Provincia Daniela Larese Filon. «C’è un’incertezza pendente sulle funzioni della Provincia» spiega De Martin, «un’area grigia sulla quale lo statuto deve esprimersi». Compentenze e finanziamenti: questi i nodi che la Provincia deve sciogliere. «I cittadini si attendono molto» spiega la presidente Daniela Larese Filon, «e vorremmo iniziare da operazioni pragmatiche come ridurre la burocrazia». Ma, se non arriveranno i trasferimenti statali, la presidente si dice pronta a restituire all’Anas le strade statali. Una provocazione che nasconde però tutte le preoccupazioni per le finanze dell’ente.

La tanto attesa specificità, intanto, sembra in una fase di stallo. A ricordare i tempi per l’attuazione della legge è stato, per conto della fondazione, Enrico Gaz. La legge, entrata in vigore il 29 agosto 2014, prevede che già entro il 25 febbraio la giunta regionale abbia approvato un atto ricognitivo delle funzioni che rimangono in capo alla Regione in vista del trasferimento da ultimare entro il 29 agosto 2015. Al momento però questo percorso non è ancora iniziato. «Istituiremo a breve un tavolo operativo con la nuova amministrazione» assicura Ciambetti, «un percorso parallelo a quello che dovremo fare per la legge Delrio».

L’altra grande incognita, infatti, è la legge 56 del 2014: le Province sono in attesa del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che completerà la trasformazione iniziata con le elezioni provinciali definendo nello specifico le funzioni delle nuove province. «L’area vasta è una nuova dimensione nel panorama nazionale» spiega il sottosegretario agli Affari regionali Gianclaudio Bressa, «che non avrà più una gestione diretta ma di raccordo complessivo. Le sue funzioni non sono sparite - comprendono la viabilità, gli aspetti ambientali e l’edilizia scolastica secondaria - e per queste funzioni devono avere trasferimenti statali. Il resto è oggetto di trattazione con gli enti locali». Una prospettiva che per la Provincia di Belluno, riconosciuta dalla legge Delrio come interamente montana, e alla quale la Regione assegna una sua specificità, può tradursi in risultati concreti. «Vorrei essere al posto della presidente» aggiunge, «Belluno gioca una partita senza precedenti per il futuro di tutte le aree montane».

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