Sperandio denuncia «Le riforme minano la partecipazione»

Il neo presidente Anpi critica i cambiamenti costituzionali E per il 25 aprile in piazza chiama istituzioni e sinistra
Di Francesco Dal Mas

BELLUNO. Inizierà il 25 aprile la campagna referendaria del popolo della resistenza? «Per la verità è dall'inizio di questo processo di riforme costituzionale che l'Anpi manifesta la sua preoccupazione: perchè a rischio è la partecipazione democratica».

Gino Sperandio è da pochi giorni il nuovo presidente dell’Associazione partigiani e lunedì sarà lui a celebrare la resistenza in piazza Martiri. Si troverà di fronte il popolo della sinistra, ma non solo, anche i rappresentanti delle istituzioni.

Il suo - gli chiediamo - sarà il primo comizio anti Renzi? «No, non strumentalizzerò di sicuro quella cerimonia, che è istituzionale. Ma tradirei me stesso e l'Anpi se non dicessi come la pensiamo su questo attacco alla Costituzione che la riforma rappresenta. Poi sarà il popolo a tirare le conclusioni, anche in termini di voto referendario». Sperandio non attaccherà Renzi dandogli del fascista, come è accaduto in altri appuntamenti politici. Non lo accuserà neppure di perseguire una deriva autoritaria. Ma gli rimprovererà di aver cambiato le regole elettorali, e non solo, che in mano ad un altro governo, di segno opposto, potrebbe condurre diritti ad un regime autoritario.

«Renzi ha ristretto gli spazi di democrazia - puntualizza Sperandio - e ci sta portando al semipresidenzialismo».

Ma, caro Sperandio, una parola in più, il 25 mattina, potrebbe indurre l'on Roger De Menech e gli altri del Pd a togliere il disturbo. Il neopresidente Anpi non si scompone. «Io non me ne sono mai andato quando Roger ha fatto richiami in pubblico che trovavo dissonanti con le mie scelte». Sperandio lo confessa senza nascondersi dietro un dito: la svolta all'Anpi, qui come in ambito nazionale, è stata voluta per evitare che l'associazione si estinguesse, con i reduci della Liberazione, nel mero ricordo della lotta partigiana, ma anche - come spiega - per riempire i vuoti lasciati dai partiti della sinistra nella difesa, anzi nella promozione dei valori di quel patrimonio costato, fra l'altro, tante vite.

Valori non più praticati, almeno a sufficienza - e a suo dire - dal Pd di Renzi. La disaffezione alla partecipazione politica, certificata anche dal recente referendum, è lì a testimoniarlo. Ma quanti la pensano come lui nell'Anpi?

«Sui 60 che eravamo presenti, solo 2 si sono astenuti. Ripeto: astensioni, non voto contrario». La svolta, dunque, vuol attualizzare la Resistenza. Perchè tanti sono i rischi in campo, anzitutto quello del revisionismo. Al riguardo, però, Sperandio manifesta una posizione di assoluta novità e, al tempo stesso, coraggiosa.

«È vero, la Resistenza è stata, in alcuni passaggi, anche una guerra civile. E come in ogni guerra non sono mancati episodi esecrabili dall'una e dall'altra parte. La lotta partigiana non è stata tutta angelica. Lo aveva riconosciuto già Togliatti ai tempi dell'amnistia. Detto questo, però, la Liberazione ha visto un intero popolo ribellarsi alla tirannia nazifascista, con grandissimi sacrifici di vite umane consumate sull'altare della libertà e della democrazia, valori sui quali si è fondata la Repubblica. Parificare le due parti è improponibile, sarebbe il più grave errore storico».

Sperandio non nasconde di essere figlio di un bellunese che ha militato nella Repubblica di Salò e che poi ha continuato ad essere di destra. Ma suo padre, riconosce, ha avuto il merito di aver dato alla vita tre figli che sono diventati tutti e tre comunisti, senza contrastarli, di fatto, nelle loro scelte.

«Per la verità, le mie sorelle maggiori hanno dovuto discutere a fondo, confrontarsi anche vivacemente con mio padre. Quando sono arrivato io, la strada era già aperta».

Il nuovo leader dell'Anpi si dice allarmato dei tanti, troppi giovani che scoprono il sinistro fascino del fascismo. Tanto che l'associazione lancerà presto un 'avviso ai naviganti' perchè scelgano altre strade. Promuoverà anche una serata di sensibilizzazione, di coscientizzazione perchè i giovani stiano in guardia. «La libertà è il bene più prezioso di cui disponiamo, come l'aria».

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