Speranze per la polizia provinciale
BELLUNO. Spiragli di speranza per gli agenti di polizia provinciale del Bellunese. Mentre in Regione la prima commissione consiliare affronta l’istituzione del Consiglio delle autonomie locali, ieri all’ordine del giorno dei lavori, procedono gli incontri per capire quale sarà il futuro degli enti provinciali.
L’intenzione della Regione è quella di mantenere gli enti provinciali definendo le loro funzioni, con un occhio di riguardo alla specificità bellunese. E uno specifico emendamento proposto dalla sezione veneta dell’Upi, Unione province italiane, pensa nello specifico a come salvaguardare le professionalità della polizia provinciale.
Se ne è parlato giovedì nel corso di un incontro tra l’amministrazione provinciale e i rappresentanti sindacali. I vertici di palazzo Piloni hanno riportato quanto detto nel corso dell’ultima riunione dell’osservatorio regionale chiamato, appunto, a discutere il futuro delle Province.
«Per noi sono particolarmente interessanti alcuni emendamenti proposti dall’Upi» spiega Bianca Paparella, rsu di palazzo Piloni, «il primo è che la polizia provinciale potrebbe venire inserita nelle funzioni non fondamentali. Prima di questo passaggio il futuro della polizia provinciale non era assolutamente chiaro». Classificare questa funzione come “non fondamentale” non significa, però, che verrà cancellata. Anzi. «Un secondo emendamento propone di assegnare il personale delle funzioni non fondamentali alla Regione mantenendolo però in comando alle Province, mentre prima rischiava di essere assorbito nei Comuni».
Una combinazione di fattori che garantirebbe la conservazione di professionalità specifiche, tutelando lavoratori e servizi. «Speriamo che questi emendamenti vengano portati avanti» aggiunge Paparella, che ieri era a Venezia insieme a Fabio Zuglian, della Cisl Funzione Pubblica, per un incontro in Regione proprio su questo tema.
I dipendenti della Provincia, intanto, rimangono in attesa di sapere come si evolverà la situazione. Nonostante le numerose possibilità di trasferirsi in altre amministrazioni i lavoratori hanno preferito, salvo alcuni casi, rimanere a palazzo Piloni. L’incertezza sul futuro degli enti provinciali è ancora troppa. (v.v.)
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