Spetta al farmacista seguire il paziente nella cura
Spetterà alle farmacie “arruolare” i pazienti affetti da diabete e broncopneumopatia cronico ostruttiva (bpco) e verificare che seguano la terapia assegnata loro dal medico di famiglia o dal medico specialista.
Questo per garantire una corretta cura ed evitare ricoveri per il riacutizzarsi della patologia per non aver preso di farmaci necessari.
La Regione Veneto ha avviato dal mese di dicembre, in via sperimentale per un anno, uno studio che vede in prima linea proprio le “sentinelle del territorio” cioè le farmacie, con un compito impegnativo e remunerato, quello cioè di intercettare i pazienti che non aderiscono alle terapie.
«Il progetto», spiega il presidente di Federfarma Belluno, Roberto Grubissa, «rientra nell’attività della cosiddetta “Farmacia dei servizi” istituita da palazzo Balbi grazie ai proventi derivanti dai risparmi attuati dalla ridefinizione dei prezzi di rimborso dei dispositivi per l’autocontrollo e l’autogestione del diabete attuato nel 2017. Il piano partito agli inizi di dicembre di quest’anno si concluderà in via sperimentale nel novembre 2019 e prevede due fasi. La prima è relativa all’arruolamento dei pazienti affetti da diabete e bpco classificati scarsamente aderenti o non aderenti alle terapie correlate».
La trentina di farmacie bellunesi che ha aderito al piano dovrà quindi interfacciarsi con i pazienti portatori di queste malattie, presentare il piano e le sue finalità e assecondare l’adesione. In caso di accettazione, il farmacista si impegnerà, nel corso dei mesi successivi, ad aiutare la persona a comprendere le terapie prescritte, a capire il motivo della mancata adesione alla cura prescritta, a spiegare eventuali cambi di nominativo di farmaci contenenti però gli stessi principi attivi, far presente la necessità di comunicare al medico di famiglia eventuali problemi derivanti dall’assunzione di un particolare medicinale. «Inoltre dovremo anche verificare la presenza di un piano posologico e qualora non fosse presente invitare il paziente a recarsi dal medico di base per la sottoscrizione».
Aderire al progetto significa per il paziente anche dare il proprio consenso al fascicolo sanitario elettronico che lo metterà mette in contatto diretto con il suo medico curante.
«Al termine dei sei mesi di arruolamento», precisa Grubissa, «il farmacista dovrà programmare entro il 30 novembre 2019, due incontri per ogni singolo paziente per valutare assieme l’andamento dell’aderenza alla terapia e le eventuali problematiche dallo stesso riscontrate». Tutti i dati saranno quindi trasmessi alla Regione.
Nel corso del progetto il farmacista percepirà una somma per ciascun paziente aderente, che varierà a seconda degli obiettivi raggiunti. Per il tentativo di arruolamento nei confronti di un paziente non arruolato il professionista percepirà 10 euro, se la persona aderisce allora si passa a 80 euro e se si raggiunge l’obiettivo di migliorare l’aderenza alla terapia il compenso è di 117 euro. Se si farà aderire il paziente al fascicolo sanitario elettronico arriveranno 10 euro. —
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi